Riceviamo e pubblichiamo integralmente la lettera inviata da un lettore alla redazione di Savonanews, in merito ai recenti episodi di maltempo che hanno causato ingenti danni anche nel savonese.
“Sono residente a Savona e lavoro in un stabilimento storico che nel ‘97 si è trasferito da Savona a Bagno. Circa 3 anni fa abbiamo subito anche noi danni dal maltempo, 30 cm di acqua in tutto lo stabilimento, danni ai macchinari, fermo impianto e conseguenti ritardi sulla produzione. Quasi tutti i 140 dipendenti sono venuti per due giorni a levare l’acqua. Tutto questo avveniva durante il processo di cessione di ramo d'azienda che la multinazionale aveva avviato qualche mese prima. Gli unici soldi visti sono quelli dall' assicurazione dell'immobile.
Piena solidarietà a tutti coloro che hanno subito danni (peraltro lo stabilimento balneare in questione è dove ho la cabina) ma non riesco a capire perché si usano due pesi e due misure. Perché per gli stabilimenti balneari dovrebbe arrivare una proroga di un anno alle concessioni e per una fabbrica in vendita non si ferma per un anno la procedura? O più in generale, perché non si reintroduce l’articolo 18 per un anno? Va bene richiedere lo stato di emergenza e i relativi indennizzi (non trascurando i premi assicurativi di ciascun proprietario) ma poi ci scommetto che a maggio dell’anno prossimo mi troverò un aumento sul prezzo della cabina ‘causa mareggiata’.
Perché ci sono gli indennizzi per gli stabilimenti balneari e non c'è nulla per le migliaia di persone che percorrono tutti i giorni le "bellissime" autostrade liguri? Possibile che non si riesce a dire onestamente, almeno per una volta, che ci sono un sacco di settori che stanno peggio di loro? Tutte queste discrepanze non fanno altro che dividere ulteriormente un popolo già profondamente disomogeneo”.