Attualità - 06 novembre 2023, 16:00

Sanac, pubblicata una quarta manifestazione d'interesse per la vendita: le prime tre erano andate deserte

Da anni i lavoratori dello stabilimento di Vado attendono risposte sul loro futuro. Filctem Cgil: "Sembra un accanimento terapeutico". Femca Cisl: "Speriamo ci siano novità e qualche interesse, sennò il rischio è che vada nuovamente inevaso"

Sanac, pubblicata una quarta manifestazione d'interesse per la vendita: le prime tre erano andate deserte

Un ulteriore bando, il quarto, per provare a vendere Sanac.

Gli amministratori straordinari, Piero Gnudi e Corrado Carrubba, hanno pubblicato la manifestazione d'interesse per provare nuovamente, dopo i primi tre bandi andati deserti, a vendere la società attiva nel settore dell'estrazione, la produzione e commercializzazione di materie prime e materiali refrattari.

Nel savonese da anni attendono una svolta per conoscere il loro futuro i circa 80 lavoratori dello stabilimento di Vado, attualmente in cassa integrazione come i colleghi delle fabbriche di Gattinara, Grogastu e Massa.

 I Commissari Straordinari quindi hanno proceduto a nuova preliminare valutazione dei soggetti allo stato interessati all’acquisto dei complessi aziendali di Sanac e hanno invitato chiunque sia interessato all’acquisto dei complessi aziendali che fanno capo alla società a presentare manifestazioni di interesse.

Le manifestazioni di interesse a partecipare alla procedura dovranno essere inviate entro e non oltre il 10 gennaio del 2024.

Nel frattempo il futuro dei lavoratori è sempre più in bilico con una vertenza aperta da tempo e che non vede una via d'uscita.

 ArcelorMittal Italia vinse nel 2019 il bando per l'acquisizione di Sanac senza tuttavia perfezionarne l'acquisizione, arrivando a lasciar scadere i termini di tre anni dopo i quali il processo è dovuto ripartire daccapo.

Nel 2022 così la struttura commissariale aveva dovuto rimettere in vendita l'azienda tramite una nuova manifestazione d'interesse andata deserta. Stessa sorte accaduta al terzo tentativo, quando per alcuni problemi di incompatibilità erano sfumate le ipotesi RHI e Dalmia.

L’aspetto che però aveva destato le maggiori perplessità e preoccupazione nei sindacati era stato il comportamento di Acciaierie d'Italia che ha scelto di non rifornirsi di materiale refrattario (acquistando all'estero) dalla Sanac da circa un anno, nonostante sia azienda partecipata dallo Stato attraverso Invitalia.

Dopo l'incontro di aprile con il Ministero delle Imprese e del Made in Italy, i commissari, le organizzazioni sindacali e le amministrazioni locali, nel quale il Sottosegretario Fausta Bergamotto aveva specificato che il gruppo, formato da quattro unità produttive, tra cui proprio la fabbrica vadese, non deve essere spacchettato, i sindacati attendono ancora una nuova convocazione dal Dicastero. E lo scorso 20 ottobre sono scesi in piazza a Roma.

 "È inconcepibile e impensabile dopo che tre bandi sono andati a vuoto che ci sia qualcuno che salvi tutto. Il bando deve essere indirizzato in maniera che partecipi Acciaierie d'Italia e in modo di far rientrare Sanac nel gruppo e che vengano fatti degli ordini. Tutto ciò sembra quasi un accanimento terapeutivo" ha detto Tino Amatiello, segretario Filctem Cgil.

"E' identico agli ultimi bandi. Abbiamo fatto una richiesta d'incontro al Ministero e con questo documento possiamo sollecitare nuovamente. Spero ci siano novità e qualche interesse, sennò il rischio è che vada nuovamente inevaso" ha proseguito Corrado Calvanico, segretario Femca Cisl.

Luciano Parodi

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