L'amianto, noto anche come asbesto, è un agente cancerogeno ambientale le cui fibre, se inalate, possono causare diverse patologie, quali la pneumoconiosi, l'asbestosi, la silicosi, le placche pleuriche e il tumore polmonare. Alcune di esse sono purtroppo letali, basti pensare al mesotelioma, che ad oggi ha una prognosi infausta. Oltre alle terapie convenzionali, cosa si può fare per alleviare la sofferenza dell’anima e della psiche di chi è affetto da mesotelioma pleurico maligno (MPM)?
Mesotelioma pleurico maligno e amianto
Il mesotelioma pleurico maligno è un tumore raro e incurabile che colpisce non solo i lavoratori a contatto diretto con l'amianto, ma anche la popolazione residente nelle vicinanze delle aree di produzione e persino i familiari degli esposti. Il meccanismo preciso alla base dell'insorgenza del MPM non è ancora completamente chiaro. Tuttavia, l'inalazione di fibre di amianto porta alla formazione di corpi ferrosi ossidati nei polmoni, che, sebbene riconosciuti dai macrofagi, non vengono inglobati. Ciò provoca un'iperplasia reattiva dei macrofagi multinucleati, che a sua volta può portare a mutazioni delle cellule mesoteliali e allo sviluppo di cellule cancerose. Nonostante alcuni progressi nelle terapie come chemioterapia, radioterapia e approcci chirurgici, il MPM rimane una patologia resistente ai trattamenti. I tassi medi di sopravvivenza globale variano tra 4 e 18 mesi, con solo circa il 7% dei pazienti ancora in vita a cinque anni dalla diagnosi.
Implicazioni psicologiche
La diagnosi di mesotelioma rappresentare ovviamente un momento travolgente nella vita di una persona. Spesso, si sperimenta una fase di negazione iniziale e il percorso verso la guarigione può sembrare impegnativo. Una ricerca condotta dalla British Lung Foundation (BLF) ha rivelato che i pazienti affetti da MPM sperimentano una serie di disturbi psicologici significativi, definiti come definiti come "comportamento di malattia". Si tratta di una serie di sintomi non specifici, quali febbre, perdita di appetito, depressione, ansia, difficoltà decisionali, paura, scarsa concentrazione e aumentata sensibilità al dolore, che emergono in risposta alla diagnosi. In certi casi, i malati possono sperimentare sensazioni di colpa, fallimento, isolamento, impotenza, vergogna e rabbia. Quest’ultima associata all’eterno dilemma “morire di fame o morire di lavoro”?
Impatto sui caregiver e sul nucleo familiare
La diagnosi di MPM ha un impatto significativo, non solo sui malati ma anche sui caregiver e sul nucleo familiare. Le attività quotidiane, i ruoli e le relazioni vengono infatti ridefiniti in relazione al drammatico vissuto. Il caregiver, spesso il coniuge, assume dunque un ruolo cruciale nel supportare il paziente attraverso le diverse fasi della malattia. Di conseguenza, è necessario che disponga di un adeguato supporto da parte dell'équipe curante.
L’importanza del supporto psicologico
L'implementazione di interventi psicologici mirati, come la terapia cognitivo-comportamentale e il supporto psicologico, possono contribuire a migliorare la qualità della vita dei pazienti? Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, la risposta è sì.
OMS ha sottolineato più volte che, comprendere e affrontare gli impatti psicologici di questa patologia è essenziale per fornire un supporto completo ai pazienti e migliorare la loro qualità di vita. Anche la letteratura scientifica ha ampiamente evidenziato l'importanza della psicologia clinica nell'ambito oncologico. In particolare, la psicoterapia di gruppo può offrire ai paziente un contesto dove elaborare le complesse sfaccettature del dolore e della rabbia che scaturiscono da una diagnosi infausta. Inoltre, permette di dare un nome e un significato alla paura associata all'esposizione all’amianto per poter affrontare la situazione in modo proattivo, con determinazione e resilienza. I pazienti affetti da mesotelioma possono beneficiare di terapie cognitive comportamentali e terapie comportamentali utili ad affrontare le sfide della salute mentale. Nello specifico, esse mirano a identificare e modificare schemi di pensiero disfunzionali, e a promuove la consapevolezza attraverso tecniche come l'esercizio di respirazione. Ovviamente, la scelta della terapia deve rispondere alle necessità specifiche di ogni individuo, “cucita su misura” per così dire.
Ma cosa succede durante le sedute?
L'approccio terapeutico multifamiliare
Tale approccio, rivolto ai pazienti affetti da MPM, ai caregiver, agli operatori sanitari e ai familiari, si focalizza sulla condivisione delle emozioni legate alla malattia, al fine di elaborarle in modo costruttivo. Durante le sedute, il clima emotivo promosso dai terapeuti favorisce l'elaborazione della rabbia repressa e della sofferenza dei partecipanti.
La condivisione di questa nuova consapevolezza emotiva consente ai partecipanti di rafforzare la loro integrità somato-psichica e di riconquistare un certo senso di autenticità e vitalità. Successivamente, si lavora per modificare tali modalità rendendole più adattive.
Azioni pratiche da eseguire
Indipendentemente dal piano di trattamento prescritto, gli psicologici sottolineano come sia vitale prepararsi mentalmente per la sfida che sta per iniziare. Mantenere infatti un atteggiamento positivo e concentrarsi sul recupero può avere un impatto significativo sulla prognosi e sulla qualità della vita. A seguire qualche utile indicazione.
Il ruolo del piacere
Durante i trattamenti, molti malati accusano una totale mancanza di appetito. Nei rari momenti di respiro tra una sessione e l'altra, è importante concedersi piccoli piaceri, come gustare cibi che si amano particolarmente e dedicarsi a piccoli momenti di coccole e relax.
Comunicazione empatica
Spesso, le persone che gravitano intorno ai malati cercano di offrire un supporto morale, ma non sanno trovare le parole adatte per essere di conforto. Fattore che può destabilizzare o imbarazzare in primis proprio chi sta soffrendo. Gli psicologi consigliano ai pazienti di essere onesti riguardo ai propri sentimenti e di comunicare apertamente ogni eventuale sensazione di disagio che affiora durante le conversazioni.
Equilibrio tra attività e riposo
Tenersi occupati può essere un modo efficace per affrontare questa sfida, ma è altrettanto importante concedersi il tempo necessario per il riposo e il recupero.
Benefici della dieta e dell'esercizio fisico
La dieta riveste un ruolo significativo nella salute mentale. Alcuni gruppi alimentari possono influenzare positivamente l'equilibrio mentale, mentre altri possono avere l'effetto opposto. È importante considerare le esigenze dietetiche dei pazienti in trattamento, garantendo una corretta nutrizione e limitando alimenti dannosi come zuccheri raffinati, latticini e cibi ad alto contenuto di grassi. Una dieta equilibrata, ricca di alimenti integrali e l'adozione di un regime di attività fisica regolare possono contribuire in modo significativo a ridurre i sintomi depressivi. Concentrandosi su proteine magre, cereali integrali e una varietà di frutta e verdura ricche di antiossidanti, i pazienti possono supportare il loro benessere psicofisico. Mantenere un regime di attività fisica è cruciale per promuovere il benessere complessivo durante il trattamento. L'esercizio fisico, attraverso il rilascio di endorfine, dimostratesi essere efficace nel migliorare l'umore, rappresenta un contributo importante alla gestione della salute mentale.
Approccio olistico alla guarigione
Metodi alternativi come massaggi, riflessologia, agopuntura hanno dimostrato di ridurre i sintomi della depressione. Queste opzioni olistiche, già utilizzate per alleviare il dolore nei pazienti affetti da mesotelioma, possono essere sfruttate per ridurre lo stress e migliorare l'umore, contribuendo a una visione globale del diritto alla salute del paziente.
Approccio farmacologico
Infine, l'uso di farmaci antidepressivi può essere essenziale nel controllo dei sintomi psicologici associati al mesotelioma.