L'attacco, diretto e senza mezze misure, è arrivato lo scorso giovedì durante l'incontro sul rigassificatore in Provincia da due amministratori del Pd. “Ora mi rivolgo a te, presidente della Provincia” hanno detto prima il sindaco di Savona Marco Russo e poi il consigliere regionale Roberto Arboscello, durante gli interventi di fronte al Commissario Toti per l'impianto di rigassificazione.
“Tu sei il presidente della provincia, non l'agente della Regione sul territorio” , ha detto Russo. Arboscello ha poi incalzato :“chiedo a Olivieri che rappresenta i sindaci di portare le loro istanze al Commissario Toti”. Olivieri ha nicchiato ma, ancora scioccato e visibilmente agitato dalla recente perquisizione della Mobile a Palazzo Nervi, aveva passato la moderazione dell'incontro all'assessore regionale Giampedrone. La questione, oltre al rigassificatore, riguarda la situazione che si è creata in Provincia dopo lo scandalo dei presunti concorsi truccati e dei presunti maltrattamenti ai dipendenti da parte del segretario generale, la cui nomina è stata fatta da Olivieri, in qualità di presidente dell'ente.
La candidatura di Olivieri è stata avvallata dal centrosinistra tramite l'accordo con Cambiamo, con l'assegnazione della vicepresidenza a Massimo Niero (Pd), le deleghe a Ghersi (Pd) e Taramasso (Azione) oltre ai consiglieri totiani Lambertini Brizzo (anche lei indagata per i presunti concorsi truccati) e Rocca (esclusi quelli di Lega e FdI). Marco Ravera consigliere comunale di Sinistra per Savona si era astenuto. Un “accordo amministrativo” dice il Pd , che ora i dem dovranno gestire con tutte le sue complicazioni e conseguenze, sia politiche che amministrative.
Domani ci sarà l'incontro del Pd provinciale e martedì quello dei consiglieri di provinciali di centrosinistra per decidere come agire: se chiedere a Olivieri di fare un passo indietro o proseguire nell'attuale percorso amministrativo con gli “arancioni” ma “blindando” il presidente e ponendogli precise condizioni, per proseguire nel percorso tracciato per Ato Rifiuti, Ato idrico e affidamento in house di Tpl. Con la riforma Delrio, infatti, non è considerata la sfiducia al Presidente, come si legge anche nello Statuto di Palazzo Nervi.
Rimane comunque il fatto che gli atti del Presidente debbano essere votati in consiglio provinciale e Olivieri potrebbe trovarsi il voto contrario dei consiglieri di Pd e Azione (con deleghe), con Lega e FdI all'opposizione, che ancora non hanno digerito la mancata elezione di Canepa.
Bocciare gli atti del Presidente sarebbe un “suicidio amministrativo” che porterebbe al blocco totale dell'ente, già alle prese con la difficile ricerca di un segretario generale che sostituisca la sospesa Colangelo, e di cui gli alleati (o ex alleati) di Olivieri si dovrebbe assumere la responsabilità, a pochi mesi dal voto nei Comuni e del rinnovo del consiglio provinciale.