Attualità - 04 ottobre 2023, 11:15

Torino calamita (e non calamità). Il sindaco Lo Russo: "Un piano strategico verso il 2050 e alta velocità verso la Liguria"

Le imprese hanno compilato il Libro bianco di Fondazione Amma. Il primo cittadino agli industriali: "Trovato macchina comunale allo sbando, si pensava al colore di muri che invece stavano crollando. Ora torniamo all'onore del mondo e chiediamo a tutti di costruire una visione"

Torino calamita (e non calamità). Il sindaco Lo Russo: "Un piano strategico verso il 2050 e alta velocità verso la Liguria"

Che Torino sarà nel 2032? E nel 2050? Unione Industriali ha provato a spolverare la sfera di cristallo, tra reti, internazionalizzazione e prospettive industriali, oltre che sociali. Ne emerge una città che ha un enorme passato alle spalle, ma anche grandi sfide alla porta, a cominciare da un invecchiamento evidente e una strada da trovare.

E che ha pure l'orgoglio torinese (quello che in dialetto si dice "ghëddo") per tornare a splendere. E su questo tema il mondo delle imprese trova come alleato il sindaco, Stefano Lo Russo, che promette: "Avvieremo entro fine anno un Piano strategico, tramite una piattaforma che coinvolga attori e stakeholder, per immaginare la città da qui al 2050. Magari con l'aiuto di un advisor esterno, internazionale".

"Gli esperti di Harvard ci aiuteranno a costruire il percorso e le modalità di interrelazioni orizzontali all'interno della città. Le regole del gioco e di ingaggio tra tutte le anime della città".

Un libro bianco e 4 strade

Il risultato di un grande giro di tavolo è stato riassunto in un libro bianco realizzato da Fondazione Amma. Che colloca in quattro prospettive principali il futuro dell'intera area metropolitana: benessere economico e qualità della vita, capitale umano, imprese e innovazione e reti e internazionalizzazione. 

Lo Russo: "Riassettato Comune allo sbando e muri a rischio crollo"

Temi su cui il sindaco Lo Russo, entra a piedi uniti. "Stiamo uscendo a fatica da una fase di riassetto del sistema pubblico e del Comune di Torino che ho ereditato in dissesto finanziario. Possiamo dire di aver completato la fase di riassesto dei muri mentre in passato di è pensato più al colore dei muri che alla loro stabilità. Abbiamo riassestato una macchina comunale quasi allo sbando e abbiamo lavorato alla messa a terra del Pnrr".

"Buche, immondizia, erba e anagrafi. Ora progettiamo"

"Buche, anagrafi, taglio dell'erba e pulizia delle strade, insieme al far circolare i mezzi pubblici, sono stati tra i problemi più grossi che ci siamo trovati ad affrontare - prosegue Lo Russo -. Sull'anagrafe ce l'abbiamo fatta, sulla pulizia anche, sull'erba alta dobbiamo ancora trovare soluzioni definitive, mentre sulle buche ci siamo portati avanti. Traguardiamo alla primavera 2024 per riportare la città all'onore del mondo. Speriamo di tagliare qualche nastro anche noi, finalmente. Ma dopo potremo davvero ragionare sulla vocazione di Torino, definendo priorità strategiche e senza ritrovarci al Giorno della Marmotta. Dobbiamo fare le cose che Torino merita".

Orgoglio torinese "e guardiamo anche a Genova"

Ma le insidie non mancano: "Anche Torino sta invecchiando, nella media nazionale. E ci sono cambiamenti globali imprevedibili e improvvisi. Progettare in queste condizioni non è facile. Ma abbiamo il 'ghëddo', che in napoletano dicono 'cazzimma', per giocarci tutte le nostre carte. Magari rilanciando la posizione baricentrica di Torino guardando verso Genova e non solo verso Milano".

"Siamo concentrati su una relazione con Genova e con Milano - aggiunge ancora il sindaco - Anche con Genova si può sviluppare una relazione in maniera più forte e strutturata, non solo per Iren e Compagnia di San Paolo, ma per tante altre connessioni storiche che ci sono. Dobbiamo pensare a collegamenti più forti a livello ferroviario con Savona e Genova, magari ad alta velocità. Mi iscrivo tra i promotori di questa iniziativa, ma serve anche il sostegno delle aziende".

La città dell'auto non esiste più. Ora città calamita

"La città dell'auto non esiste più - ammette Stefano Serra, presidente di Amma - e bisogna guardare a traiettorie diverse. Ma senza dubbio siamo capaci a fare export. Già nei decenni scorsi portavamo auto nel mondo, ma anche in futuro. Però dobbiamo essere attrattivi pure in entrata: non solo passaggio di binari, ma anche luogo in cui ci si ferma. A cominciare dalle start up, che una volta cresciute spero si fermino. E la Cittadella dell'Aerospazio deve diventare un luogo in grado di portare qui aziende di Lione rispetto ad andare a Tolosa. Dobbiamo diventare calamita".

Bello e ben fatto

"È fondamentale che in azienda non si fermi mai la macchina dell'innovazione - dice Licia Mattioli, ex numero uno degli industriali torinesi e oggi ad dell'azienda orafa di famiglia - Bisogna perseguire il principio del 'bello e ben fatto'. Con ruolo centrale del capofiliera, che può attirare sul territorio risorse e capitali nuovi".

Massimiliano Sciullo

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