Attualità - 04 ottobre 2023, 10:29

Italiana Coke, i sindacati: "Deve essere riconosciuta come strategica"

Filctem, Femca e Uiltec si rivolgono al Governo: "Ambiente, lavoro e salute devono coesistere. Serve un ampio piano di investimenti pubblici e privati finalizzato all'adozione di nuove tecnologie"

Italiana Coke, i sindacati: "Deve essere riconosciuta come strategica"

"Le istituzioni hanno il compito di favorire lo sviluppo, il consolidamento e la sostenibilità ambientale delle aziende del territorio, tramite idee e confronti finalizzati a reperire fondi e risorse utili alla transizione ecologica evitando semplici contrapposizioni tra sviluppo e ambiente". 

Alla lune delle ultime esternazioni a mezzo stampa dell’amministrazione Comunale di Cairo Montenotte sui temi che riguardano lo stabilimento Italiana Coke, nonché le posizioni molto nebulose sul possibile termovalorizzatore in Val Bormida e i continui richiami del primo cittadino agli impianti industriali dello Zincol Ossidi e del biodigestore, le categorie di Cgil, Cisl e Uil dei chimici ribadiscono la necessità di difendere il lavoro e i lavoratori, l’ambiente e l’industria nel savonese. 

L'attenzione dei sindacati è rivolta specialmente alla Italiana Coke di Bragno: "Da sola occupa circa 600 lavoratori tra diretti e indiretti. Offre un'opportunità unica per un grande investimento, sia da parte del settore privato che del pubblico, al fine di migliorare l'impatto ambientale delle operazioni, inclusa la promozione di energie rinnovabili", spiegano Filctem, Femca e Uiltec.

"L'esempio di Italiana Coke è la fotografia di un Paese e di una Regione ingessata. E’ positivo che l’azienda sia in una nuova fase economica e finanziaria, ma proprio per questo è necessario che investa parte importante di quelle risorse per migliorare ed ambientalizzare al massimo i cicli produttivi e quindi renderli più performanti e soprattutto meno impattanti dal punto di vista ambientale". 

"Lo stabilimento di Bragno è l'unica cokeria del Paese, quindi è cruciale per la produzione di determinati prodotti". I sindacati chiedono al Governo e al Ministero di riconoscere l'azienda come strategica: "Serve un ampio piano di investimenti pubblici e privati finalizzato all'adozione di nuove tecnologie che possano permettere una coesistenza armoniosa tra ambiente, attività produttiva e la salute/sicurezza dei lavoratori e delle comunità circostanti". 

Redazione

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