Due lettere alla provincia per manifestare il proprio dissenso: "Basta tagli al nostro territorio, l'istituto comprensivo di Carcare, il liceo Calasanzio e l'istituto "Patetta di Cairo Montenotte rappresentano istituzioni chiave e devono conservare la propria autonomia".
Il piano di dimensionamento scolastico ha sollevato preoccupazioni tra i sindaci della Val Bormida, poiché metterebbe a rischio l'accessibilità delle strutture scolastiche in tempi ragionevoli, la vitalità delle piccole comunità della valle e la qualità dell'istruzione offerta.
"Oltre a registrare importanti numeri di studenti iscritti e frequentanti, gli istituti presenti sul territorio, tra cui il ''Patetta', godono di una tradizione didattica di prima importanza - commenta il sindaco di Cairo Montenotte Paolo Lambertini - Il nostro comune collabora costantemente con queste scuole, sia con progetti didattici specifici, sia nel mantenimento/potenziamento delle strutture, con importanti investimenti che hanno la finalità di garantire presidi scolastici e attività formative non solo nel centro cittadino, ma anche nelle periferie".
Lambertini, nella missiva a Palazzo Nervi, sottolinea come questo piano di dimensionamento scolastico non dovrebbe in alcun modo interessare la Val Bormida: "Andrebbe a snaturare le caratteristiche dei diversi istituti. Non accettiamo alcuna forma di accorpamento che inevitabilmente porterebbe a un dannoso indebolimento dell'offerta didattica e formativa".
Una linea condivisa in toto dai sindaci Rodolfo Mirri (Carcare), Roberto Briano (Altare), Daniele Galliano (Bormida), Roberto Molinaro (Cosseria), Flavio Astiggiano (Mallare), Sergio Colombo (Pallare) e Gabriele Badano (Plodio), mediante la sottoscrizione di un documento unanime: "L'istituto comprensivo e il liceo Calasanzio sono conosciuti a livello provinciale e regionale per la loro operosità, storia ed eccellenza, la loro autonomia deve rimanere tale. La nostra richiesta è chiara: tutelare quanto fatto nei decenni passati da queste importanti e imprescindibili entità educative e scolastiche, senza appiattirle in maniera sterile con un dimensionamento. Dalla loro autonomia, in virtù di spazi e risorse, dipende il benessere delle nostre comunità cittadine".