"Da qualche giorno nuovi elementi gettano ulteriori dubbi sulle vicende legate all’installazione del ripetitore telefonico nel centro abitato di Boissano. Dubbi alimentati dai metodi osservati, da obblighi di segretezza, da smarrimenti e da reazioni discutibili".
Si apre con queste parole l'intervento del Comitato Beallu Buinzan in merito alla vicenda inerente il ripetitore telefonico installato su un terreno privato adiacente all’abitato di Boissano e ai relativi sviluppi.
"Genera timore per il futuro ricordare che è stato dichiarato più volte dai membri delle due amministrazioni che si sono avvicendate prima e dopo la repentina installazione che nessuno era a conoscenza della situazione, con l’unica eccezione dell’attuale vicesindaco, già consigliere di opposizione nella precedente amministrazione, che in veste di consulente legale di un suo familiare, proprietario del terreno su cui è avvenuta l’installazione, era tenuto al segreto professionale in linea con il codice deontologico dell’ordine degli avvocati (leggi QUI) - proseguono dal comitato - Questa condotta è stata infatti accettata e difesa dall’amministrazione in corso senza alcuna riserva e senza mettere nessun aspetto in discussione. Questo significa che questa condotta potrebbe essere considerata standard per ogni consigliere o membro dell’amministrazione iscritto ad un ordine professionale, anche qualora interessi professionali e pubblici non convergessero completamente. È chiaro che questo pone dei problemi di fiducia nella tutela del bene comune. Un chiarimento sulle linee di condotta da tenere in futuro e sulla posizione della corrente amministrazione su possibili casi analoghi a livello politico prima che legale gioverebbe alla comunità".
"Lascia perplessi che la pratica della installazione non sia stata quindi discussa né esaminata. Discussione che, se fosse avvenuta, avrebbe dovuto tenere in considerazione anche del cosiddetto “piano antenne comunale” adottato in base a leggi nazionali e regionali introdotte a tutela degli interessi della collettività - continuano da Beallu Buinzan - Sorprende il fatto che la petizione sottoscritta dalla metà degli abitanti per chiedere la redazione di un piano antenne, per chiedere aiuto e tutela, sia stata limitata da tensioni, addirittura da offensive ostilità, e che quando questa è stata consegnata in consiglio comunale non solo non sia stato riferito della esistenza di un regolamento ma che sia stato affermato che non era possibile redigerne uno".
"Alimenta dubbi il fatto che solo successivamente i ricorrenti al Tribunale Amministrativo Regionale sono stati informati da un estraneo alle due amministrazioni, e per la prima volta in assoluto, dell’esistenza di un piano antenne per Boissano. Hanno così iniziato una ricerca fra le delibere per rintracciarlo, con una modalità di consultazione che è diventata pienamente legittima, funzionale ed attenta a tematiche di accessibilità solo dopo una diffida. Quando si è potuto prendere visione degli atti, una sola delibera mancava dai libri rilegati: quella di adozione del piano antenne. Ed ancora, una volta ottenute le delibere relative, non si reperiva nella casa comunale il piano stesso, le sue norme di attuazione, le tavole integrative al piano urbanistico per le quali si è dovuto attendere ulteriormente".
"Purtroppo, lascia estremamente confusi leggere tra i nomi dei votanti le delibere faticosamente estratte anche quelli del proprietario del terreno, genitore del vicensindaco, e di un familiare stretto di un altro membro della giunta che all’epoca tanto si impegnarono per ottenere un piano a protezione della intera collettività - sottolineano poi dal comitato - Ultimamente nuove perplessità si aggiungono. Da qualche giorno, a distanza di circa un anno dal suo difficile ritrovamento, il piano antenne con le sue norme di attuazione e le tavole integrative al piano urbanistico è pubblico e disponibile su sito del comune di Boissano. Una disponibilità che insieme alla valutazione del progetto dell’antenna precedente l’installazione avrebbe potuto scongiurare l’attuale situazione".
"Consiglieri di minoranza a cui sono state chieste informazioni su questa novità lasciano timorosamente quanto vagamente intendere che la pubblicazione del piano antenne del comune di Boissano sarebbe il diretto risultato di una qualche specifica azione che l’Autorità Nazionale Anti Corruzione avrebbe intrapreso recentemente. Vaghezza e timori suggeriti dalla possibilità di sanzioni civili e penali che l’amministrazione avrebbe loro comunicato rischiare in caso di pubblicazione degli atti relativi a questa comunicazione. Una ulteriore situazione che lascia perplessi e necessità di reale trasparenza per comunicare più chiaramente per il bene della nostra comunità".
"La sentenza amministrativa del Consiglio di Stato (leggi QUI) deciderà in un modo o nell’altro il merito della questione, ma le conseguenze dei metodi attuati resteranno purtroppo a lungo" concludono dal comitato Beallu Buinzan.