"In queste ore che precedono la sentenza, avremmo preferito (come abbiamo fatto ultimamente) non esprimere commenti. Tuttavia, a fronte di affermazioni riportate dai media sull'ultima udienza circa le posizioni espresse dalle difese e dall'azienda, ci limitiamo a riportare le seguenti osservazioni". Inizia cosi la nota diramata dall'associazione Uniti per la Salute a margine del processo a Tirreno Power.
"A proposito di aria, è bene ricordare che abbiamo avuto sul nostro territorio per molti anni, in pieno centro abitato, una centrale termoelettrica che bruciava ogni anno enormi quantitativi di carbone, con le conseguenti importanti emissioni di sostanze pericolose dai camini".
"Sulle emissioni dell'impianto e sui relativi effetti ambientali e sanitari sono state condotte plurime autorevoli consulenze, sia dai CTU della procura sia dal CNR, con sei differenti modelli di indagine ambientali ed epidemiologiche: tutte concordi".
"Tanto da indurre il nostro avvocato Matteo Ceruti a dichiarare pubblicamente proprio oggi: 'A tutti è chiaro che in questi anni non abbiamo assistito ad un congresso, ma un processo penale per macroscopici eccessi di mortalità e di malattie nella popolazione esposta ai fumi della centrale. C’è infatti alla base dell’imputazione un corpus probatorio che nella mia esperienza non ho mai trovato in altri processi analoghi, davvero importante e convergente verso l’attribuzione di responsabilità. D'altronde nessuno dei consulenti della difesa ha mai risposto a questa semplice domanda: come è possibile, matematicamente e statisticamente che abbiano sbagliato tutti. Ed abbiano sbagliato tutti allo stesso modo?'", proseguono da Uniti per la Salute.
"Per quanto riguarda poi le consulenze che sarebbero “orientate a costruire responsabilità ignorando i fatti”, ricordiamo semplicemente che lo studio epidemiologico di coorte è stato condotto di un ente pubblico super partes, autorevole e indipendente come il CNR, su commissione della Regione Liguria, pubblicato su rivista scientifica internazionale e presentato al congresso mondiale di epidemiologia, il tutto senza alcun obiettivo di ricerca di responsabilità penali, e dunque per questo motivo ancora più attendibile".
"Quanto si legge su quello studio ci ha pesantemente colpito e continua ad angosciarci specie quando leggiamo i drammatici numeri sulla mortalità emersi su questo territorio: 'nei 12 comuni considerati nelle aree a maggiore esposizione a inquinanti della centrale, sono stati riscontrati eccessi di mortalità per tutte le cause (sia uomini che donne) del 49%', con punte del 90% per malattie dell'apparato respiratorio negli uomini".
"Inutile aggiungere che gli ingiustificati attacchi all'attività svolta dal Pm, che abbiamo sentito quest'oggi nell'aula del processo, costituiscono a nostro avviso un inequivoco segnale di debolezza e nervosismo per il lavoro davvero imponente svolto dalla pubblica accusa", concludono da Uniti per la Salute.