Attualità - 07 settembre 2023, 17:10

Uppi “con il rigassificatore “la ricaduta sul valore degli immobili sarà negativa”

Il presidente di Uppi – Unione piccoli proprietari immobiliari, Fenoglio invita gli associati a “manifestare un chiaro dissenso nei confronti di una proposta infelice”

Uppi “con il rigassificatore “la ricaduta sul valore degli immobili sarà negativa”

Il presidente di Uppi Franco Fenoglio interviene sul rigassificatore.

“Il 15 marzo 2023 l’Europa ha decretato che i paesi membri, Italia compresa, dovranno smettere di bruciare i combustibili fossili entro il 2035, abbandonando le caldaie a gas entro la medesima data ed il metano è purtroppo un combustibile fossile. Ciononostante la Regione Liguria offre al governo, o meglio alla società Snam che lavoro il metano, il posizionamento nella rada di Vado Ligure e Savona di un’enorme nave rigassificatrice che comincerebbe a funzionare nel 2026 quando la crisi Russia-Ucraina potrebbe non più sussistere. Ma per costruire quest’impianto serviranno grandi lavori sottomarini, sottoterra ed in superficie, con impiego di capitali enormi, anche pubblici e tutto ciò avverrebbe senza una logica strategia di lungo periodo, stante la fatidica data del 2035. Cosi fra pochi anni ci troveremo, nel savonese, con ingombranti ed inutili condutture (anzi relitti) sotto il mare, sottoterra ed in superficie da dover smaltire, possibilmente senza far danni. Oppure li lasceremo in eredità ai nostri figli, come hanno fatto i nostri padri da sempre”.

“Ma vale la pena spendere davvero cifre astronomiche, altrimenti meglio utilizzabili, per un combustibile destinato ad essere dismesso come ha stabilito la UE? Oppure sarebbe meglio spendere quei soldi per incentivare le fonti rinnovabili che sono sicure? Poi chi sta sostenendo il progetto sa che secondo la legge Seveso sugli incidenti industriali (decreto legislativo. 2003/105) si tratta di impianto ad alto rischio di incidente rilevante e nocivo, anche per la qualità dell’aria? Infatti, l’impianto, emetterà inquinanti come gli ossidi di azoto (NOX) assieme a fughe di metano e restituirebbe al mare numerose tonnellate all’ora di acqua raffreddata che conterrebbe, tra l’altro, anche ipoclorito di sodio, più noto col nome di amuchina. E quali sarebbero gli effetti sull’ambiente marino e sulle spiagge del litorale che oggi si fregiano della bandiera blu per la balneazione? E’ bene anche prendere atto che impianti di rigassificazione analoghi, come quello di Ravenna e Rovigo distano dalla costa 8 chilometri od addirittura 15 e che a Piombino l’amministrazione comunale oggi (chissà perché) non lo vuole più. Cosi quella nave rigassificatrice arriverebbe proprio da noi posizionandosi pericolosamente vicino alla costa, anzi più vicino a Savona che a Vado”.

“S’è accennato anche a ‘misure compensative’ per il territorio ospitante, ma nessuno crede più alle favole avendo invece presente che fra le criticità ambientali che ci affliggono ci sono la siccità ed il dissesto idrogeologico dei versanti per cui nessuno pensa davvero ad un rimedio preventivo. Senza contare poi che Vado e Savona-Zinola sono esposte storicamente ad una certa concentrazione di inquinanti, attuali e pregressi, che hanno creato una zona ultra sacrificata (vedi anche Tirreno Power). Pertanto la ricaduta sulla vivibilità, sul turismo, sulla balneazione, sul commercio ed infine anche sul valore degli immobili sarà solamente negativa”.

“Invitiamo i proprietari, nostri associati, con gli altri cittadini a manifestare un chiaro dissenso nei confronti di una proposta infelice. Invitiamo anche i sindaci tutti dei comuni interessati ad operare unitamente per bloccare il progetto”. Così il presidente provinciale dell’Unione Piccoli Proprietari Immobiliari di Savona, Franco Fenoglio, rispetto al progetto del rigassificatore di Vado Ligure”.

Redazione


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