Cassoni a Pra' o a Vado Ligure? Nei giorni in cui nel ponente genovese ripiomba l'incubo sulla collocazione delle opere propedeutiche alla costruzione della nuova diga foranea, sale la tensione, non solo tra cittadini e comitati, ma anche nella politica, per l'annuncio dato in consiglio comunale dall'assessore Francesca Corso, che rispondendo all'interrogazione della consigliera del Partito Democratico Rita Bruzzone per conto del collega con la delega ai porti Francesco Maresca, ha detto che alcuni dei cassoni, quelli più piccoli, saranno realizzati nel porto container di Pra' nell'ambito dei lavori del sesto modulo attualmente in corso.
Nel documento letto da Corso si fa riferimento a: "Esecuzione dei cassoni piccoli; realizzazione a terra dei manufatti accessori alle opere di progetto, ad esempio massi guardiani; scarico, allestimento e assemblaggio a terra delle tubazioni necessarie per l’esecuzione delle opere impiantistiche a mare interferenti con la diga, carico su mezzo marittimo per successiva posa; estensione area di cantiere ed esecuzione delle recinzioni, potenziamento delle baracche del cantiere; depositi attrezzature e materiali per esecuzione lavori marittimi della diga di Genova; prosieguo dell’allestimento dei mezzi marittimi per attività di vibroflottazione delle colonne in ghiaia nel sedime della diga in progetto".
In consiglio comunale di fatto è arrivata quindi la smentita alle dichiarazioni del viceministro alle infrastrutture Edoardo Rixi, che appena pochi mesi fa aveva rassicurato i cittadini ponentini sulla collocazione dei cassoni che dovrebbero essere costruiti a Vado Ligure.
Corso, per bocca di Maresca ha detto invece che i cassoni più piccoli saranno costruiti a Pra', scatenando la rabbia dei cittadini che, dopo la manifestazione di maggio, a cui avevano partecipato cinquemila persone, ne hanno annunciata un'altra per settembre.
Il caso diventa politico perché da martedì è in atto un vero e proprio tiro incrociato all'interno della Lega, il partito di Rixi, e anche di Francesca Corso, che, ricordiamo, ha solo letto la dichiarazione di Maresca, mentre fonti del MIT - il Ministero delle Infrastrutture e Trasporti - ribadiscono quello che il viceministro aveva detto, e cioè che i cassoni si faranno tutti a Vado: “Quello letto era un documento vecchio”.