"Gentile Presidente,
gentili gruppi consiliari,
ho appreso con sconcerto l'approvazione di una normativa che consentirà l'utilizzo di arco e frecce per lo svolgimento della cosiddetta caccia di selezione, oltre ad estendere i periodi di caccia e a rendere quindi i boschi sempre più invivibili per coloro che cacciatori non sono (e che rappresentano la stragrande maggioranza delle persone)". Inizia così la lettera scritta da un cittadino ligure e inviata decine di rappresentanti di associazioni ambientaliste e animaliste al presidente della Regione Giovanni Toti e ai gruppi consiliari della Regione contro l'approvazione dei giorni scorsi, di un emendamento che permette la caccia con arco e frecce.
Il provvedimento ha sollevato subito le polemiche delle associazioni che hanno parlato di barbarie legalizzata. In queste ore è stata anche promossa una petizione online che si può firmare QUI.
"Premetto - si legge nella lettera - che per motivi etici sono contrario alla caccia, e penso con questo di essere in buona compagnia (si veda per esempio il testo "Contro la caccia" di Lev Tolstoj).
Riconosco però che non esiste un concetto universale di ciò che è etico e ciò che non lo è, dipendendo questa valutazione da tempi, luoghi, culture e persone diverse; certamente l'uomo preistorico avrebbe trovato bizzarre e incomprensibili queste discussioni.
Non siamo più però nella preistoria e almeno qualche base etica comune dovrebbe sussistere, la prima essendo che non si dovrebbe infliggere a nessuno sofferenza non necessaria.
La delibera approvata non rispetta questa base, i cacciatori con l'arco non sono tutti campioni olimpici (e del resto anche i tiratori olimpici non fanno sempre centro perfetto, altrimenti non esisterebbero le competizioni) ed è fin troppo facile ipotizzare situazioni con animali trafitti da una freccia che vagano e agonizzano anche per giorni; del resto ormai con l'avvento di Internet non è difficile trovare documentazione fotografica sul punto.
C'è un motivo, la maggiore efficacia e precisione, per cui i moderni fucili hanno sostituito i vecchi archibugi, gli archibugi hanno sostituito le spade e le frecce, e le spade e le frecce hanno sostituito le clave.
Fino a che punto di barbarie vogliamo tornare indietro nel tempo? E per favorire chi, poi? Un ristrettissimo gruppo di appassionati di arcieria che ben potrebbe soddisfare le sue passioni con le competizioni di tiro con l'arco, o partecipando a rievocazioni storiche medioevali, cioè del tempo a cui appartiene quello strumento?
Per quanto sopra espresso sarei grato se voleste rivedere la delibera sopra esposta, negando quindi la possibilità di svolgere attività venatoria con arco e frecce.
Cordiali saluti".