Attualità - 17 luglio 2023, 09:18

Tragedia dell’Annamaria: sulla spiaggia il ricordo di Albenga per i bambini persi e i 37 sopravvissuti

Il sindaco Riccardo Tomatis: “Un episodio drammatico che ha sottolineato il grande cuore degli albenganesi che si sono donati senza riserve”

Tragedia dell’Annamaria: sulla spiaggia il ricordo di Albenga per i bambini persi e i 37 sopravvissuti

Foto dalla pagina Facebook del Comune di Albenga

Quel giorno morirono 44 bambini e 3 delle loro accompagnatrici, mentre 37 furono salvati. Quel giorno era il 16 luglio 1947, data che ha segnato una tra le più tristi pagine della storia di Albenga: l’affondamento della motobarca “Annamaria”, diretta all’Isola Gallinara, a circa cento metri dalla riva, dopo aver urtato un palo che sosteneva lo scarico delle fogne cittadine, che sporgeva a pelo dell'acqua.

Albenga quel giorno mostrò il suo grande cuore, perché in molti non esitarono a buttarsi in acqua per salvare i bambini a bordo dell’Annamaria, altri mettendosi a disposizione come meglio potevano e stringendosi al dolore di tante famiglie disperate per le inconsolabili perdite.

Come ogni anno, Albenga ha ricordato la tragedia ieri (16 luglio) al Monumento ai bambini, con una commovente commemorazione.

Impossibile dare una spiegazione a questa tragedia – ha affermato il sindaco di Albenga Riccardo Tomatis nel suo discorso durante la cerimonia -. Un episodio drammatico che ha sottolineato il grande cuore degli albenganesi che, sebbene in quel periodo stessero affrontando il periodo difficilissimo del secondo dopoguerra, si sono donati senza riserve”.

Non dimentichiamo però che tragedie analoghe si ripetono ogni giorno nel Mar Mediterraneo. Quanti Gandolfo, Bronda, Carbone, Enrico, giovanissimi che al momento dell’affondamento della motobarca erano sulla spiaggia a ridere e scherzare e che non hanno avuto esitazioni per buttarsi in acqua e portare i bimbi in salvo a quattro per volta, ci sarebbero oggi?  Non so quanti lo farebbero oggi – prosegue Tomatis -. Esempio di altruismo e solidarietà. Noi abbiamo l’obbligo di trasmettere questo ricordo alle nuove generazioni, perché imparino cosa sia la generosità, lo spirito di collaborazione, la carità cristiana che spesso oggi viene a mancare”.

Presente un commosso Dino Ardoino, che all’epoca della tragedia aveva 8 anni. Quell’evento segnò la sua vita. Da quel giorno, infatti, Ardoino dedica il suo tempo e il suo impegno a soccorrere il prossimo, sentimento che è alla base dell’operato di tutti i militi della Croce Bianca e che lui oggi rappresenta nella Città di Albenga.

Erano là, ritti, vicini vicini, tutti stipati sul barcone solo un momento prima; tanti berrettini bianchi che cantavano felici, e ora, sott’acqua, aprivo gli occhi e vedevo quegli stessi berrettini bianchi, a grappoli, adagiati, che punteggiavano il fondale marino, avvinti l’uno all’altro, oppure alle vesti della loro assistente, in un ultimo disperato tentativo di salvezza… Non dimenticherò più”, (dal sito crocebianca.it). Albenga non ha dimenticato.

Maria Gramaglia

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