“Chiavi di Andora” a Lorenza Vallarino. Premiazione a sorpresa da parte del Sindaco Mauro Demichelis, ieri sera a Palazzo Tagliaferro, al termine di “Storie Andoresi…nel mondo – Africa è”.
L’Amministrazione comunale, consegnando il massimo riconoscimento che il Comune di Andora attribuisce agli andoresi che si sono distinti per il loro operato, ha voluto evidenziare l’opera silenziosa, ma estremamente efficace portata avanti per 20 anni dalla concittadina che, fin da giovanissima, ha deciso di mettersi al servizio volontario in Africa, in Camerun in particolare, con ottimi risultati.
Il Mal d’Africa che ha preso Lorenza ha trasformato la sua fede cristiana in azione concreta. Nel dispensario del villaggio di Ngaoundal, organizzato dalle Suore della Carità, lavora tutt’oggi Hilaire che, grazie alle donazioni provenienti da Andora, dalla parrocchia del Cuore Immacolato di Maria, ha potuto laurearsi e diventare infermiere. Una professione che in Africa ha compiti molto simili a quelle di un medico. Lorenza Vallarino ha lavorato in prima persona e raccolto donazioni creando un ponte fra Andora e il villaggio africano fatto non di assistenzialismo, ma sostenendo un percorso che dà alla popolazione i servizi sanitari che lo Stato africano non assicura, ma nel pieno rispetto della loro dignità. Nulla è regalato: le medicine distribuite sono pagate. I fondi che arrivano da Andora sostengono anche gli indigenti che momentaneamente non hanno denaro, ma che pagheranno con il lavoro o quando potranno. Le donazioni hanno sostenuto anche la costruzione di un ospedale da 100 posti letto.
“Perché gli Africani vogliono costruire la loro indipendenza – spiega Lorenza – E’ la cosa più coinvolgente è la loro accoglienza, la loro capacità di condividere quel poco che hanno, anche se sono privi di certezze sul domani. Sanno che tu puoi andare via di lì, che hai privilegi perché sei nato nella parte fortunata del mondo, eppure non ti invidiano, ti danno amicizia disinteressata perché la cosa più sbagliata è dare loro soldi: la cosa più dolorosa è sapere di potere cambiare la vita di una persona, con pochi euro, e capire che è dannoso farlo. Ma, dopo 20 anni, è bello vedere che alle suore occidentali si sostituiscono quelle africane. Sono il simbolo concreto di un continente che prende in carico se stesso”.
Ieri sera a Tagliaferro ci sono stati momenti di commozione, guardando le immagini proiettate alle spalle di Lorenza ed ascoltando le sue parole sull’Africa.
“Con convinzione ho consegnato la “Chiavi di Andora” a Lorenza Vallarino – ha dichiarato il sindaco Mauro Demichelis - Un riconoscimento meritato per i suoi 20 anni di volontariato in Africa, nel corso dei quali ha realizzato lunghi periodi di soggiorno e dedicato tutte le sue ferie, al servizio prima in un dispensario e poi in un ospedale. Le abbiamo fatto questa sorpresa perché mai avrebbe accettato di parlare in pubblico di sé stessa, anche se, ieri sera, ci ha conquistato con il racconto della sua Africa. Ci ha dato una prospettiva diversa con cui leggere la loro cultura e sul modo giusto per aiutarli, dando loro assistenza e dignità. Lorenza è una persona che ha lavorato in silenzio, senza clamori, ha realizzato i propri sogni e ha tessuto un filo con il Camerun che ha permesso, grazie alla donazioni provenienti da Andora, di dare istruzione a tanti bambini, far nascere famiglie nei valori cristiani, sostenere un dispensario medico e la nascita di un ospedale. Lorenza merita le Chiavi di Andora quale riconoscimento pubblico del valore della sua opera silenziosa, ma concreta negli effetti” – ha concluso il primo cittadino di Andora.
A Palazzo Tagliaferro, nella sala consigliare affollata di cittadini, erano presenti in rappresentanza dell’Amministrazione, il Presidente del Consiglio Comunale, Daniele Martino, l’Assessore alla Cultura, Maria Teresa Nasi e l’assessore alle Politiche Sociali, Monica Risso. In sala anche i parroci Don Emanuele Daniel e Don Stefano Caprile, molti volontari, fra cui quelli della Caritas di Andora, le colleghe della Residenza Val Merula dove Lorenza lavora, con la responsabile Nives Biancheri che le ha consegnato un affettuoso biglietto disegnato e firmato dai ricoverati.