Scuole, gite organizzate, appassionati e semplici curiosi. Oltre 500 visitatori hanno ammirato negli ultimi mesi la scogliera corallina situata in località Carpezzo, indicativamente dallo scorso novembre, mese in cui il comune di Dego e l'Università di Genova hanno varato un programma di valorizzazione delle evidenze geopaleontologiche. Segno che l'argomento, non del tutto sconosciuto per i valligiani, piace.
L'ateneo ligure ha finanziato il progetto presentato da Antonino Briguglio, professore associato di Paleontologia e Paleoecologia in servizio presso il Dipartimento di Scienze della Terra, dell'Ambiente e della Vita dell'Università di Genova.
Per chi non lo sapesse ancora, a Dego tra i 29 e 27 milioni di anni fa c'era il mare. Ebbene si. La zona era ricca di coralli, alghe, molluschi, ricci di mare, delfini, squali e altri microorganismi che popolavano il fondale marino.
Poco conosciuto in passato dal pubblico, il sito di Carpezzo sta acquisendo rapidamente notorietà. I reperti fossili hanno viaggiato per l’Europa (Parigi e Londra) e nel mondo (New York) come indici di classificazione di diversi gruppi fossili, trovando allo stesso tempo anche rilevanza nei dipartimenti delle università italiane.