Questa mattina, presso la Sala Rossa del comune di Savona, è stata sottoscritta la lettera d’intenti per la rigenerazione del quartiere di Legino. I firmatari sono stati il Sindaco di Savona Marco Russo per il Comune, l’Università di Genova, rappresentata dal pro-rettore Marco Testa, la Fondazione CIMA con il Presidente Luca Ferraris e Maurizio Raineri in rappresentanza del Seminario Vescovile di Savona.
L’obiettivo condiviso dai firmatari è quello di produrre entro il 30 settembre una prima idea progettuale condivisa e complessiva di rigenerazione del quartiere da realizzare attraverso la mitigazione del rischio idraulico, la riqualificazione dell’area sportiva e la sua integrazione con il campus universitario.
Inoltre, l’idea progettuale sarà finalizzata a individuare le proposte utili a rispondere alla richiesta di residenze universitarie e di spazi per le aziende legate alle attività di ricerca promosse anche da Unige all’interno del Campus. A questo scopo, il Comune di Savona, proprio come capofila di una partnership con gli altri firmatari, ha partecipato al bando “New European Bauhaus Liguria Challenge 2023” che ha l’obiettivo di selezionare idee progettuali articolate o processi di trasformazione del territorio, attraverso l’integrazione tra sostenibilità ambientale, inclusione sociale e capitale culturale, arte e bellezza. In Liguria verranno selezionati 4 progetti che verranno coinvolti in un apposito percorso di accompagnamento alla progettazione, che prevede laboratori con esperti in materia di sostenibilità, inclusione e cultura, report di valutazione per il miglioramento del progetto, supporto nell’elaborazione e sviluppo delle soluzioni proposte, aiuto nell’individuare potenziali fonti di finanziamento.
“Con questo accordo – è il commento del sindaco, Marco Russo - Legino può diventare un quartiere simbolo dello sport, del legame tra Città e Campus e dell'adeguamento ai cambiamenti climatici con metodi avanzati e innovativi”.
“Il quartiere di Legino ha la necessità di sciogliere alcuni nodi che, se risolti, possono realmente rigenerare il quartiere e valorizzarlo – aggiunge l'assessore allo Sviluppo Economico e allo Sport, Francesco Rossello - I problemi sono noti e discussi da tempo, ma, fino ad ora, sono stati affrontati separatamente e non in maniera organica. Le questioni aperte riguardano i rischi idrogeologici connessi alla presenza del rio Molinero; le potenzialità di sviluppo del campus, il suo collegamento con la città e il quartiere, la domanda di insediamento di nuove aziende, la necessità di studentati, i vincoli del piano di bacino; la necessità di riqualificazione e ammodernamento dello stadio Bacigalupo; la rigenerazione di aree in condizioni di degrado come Palazzo Mascolo e le aree conosciute come CSI. Con la firma di oggi segniamo il punto di partenza che, nel tempo, dovrà coinvolgere altri attori, a partire dai cittadini di Legino che dovranno essere coinvolti in un processo di partecipazione alla costruzione del progetto”.
L'assessore alla Rigenerazione Urbana Ilaria Becco aggiunge che “l’obiettivo è quello di arrivare a un’idea progettuale che, affrontando questi nodi, aiuti a scioglierli con una visione d’insieme da realizzare anche attraverso la partecipazione al bando New European Bauhaus. Da questo punto di vista, è importante che si parta fin da subito con il coinvolgimento di tutti i soggetti”.
“Il Campus di Savona – afferma Marco Testa dell'Università di Genova - ha già iniziato, in collaborazione con il dipartimento di architettura, un lavoro di studio e pre-progettazione per la riqualificazione del Campus e del territorio circostante nell'ottica del New European Bauhaus, caratterizzando ogni potenziale intervento con la qualità della sostenibilità, della bellezza e della condivisione: beautiful, sustainable together. Siamo quindi particolarmente felici di poter sinerginazzare il nostro lavoro e la nostra visione con quella dell'amministrazione, di Cima e Seminario”.
“Il quartiere di Legino, dove si trovano anche il Campus universitario e la nostra sede, è attualmente ad alto rischio alluvione” afferma Luca Ferraris, presidente di Fondazione CIMA. “Le cause? Una pianificazione urbana ed economica risalente agli anni del dopoguerra, che ha portato a tombare e restringere il rio Molinero. Una pratica che nel tempo non solo è stata inutile ma si è dimostrata anche dannosa. Un approccio alla prevenzione del rischio alluvionale basata su argini sempre più alti per costringere il rio a non esondare non solo si è dimostrato poco efficace, ma ha contribuito alla creazione di un “muro”, una separazione tra il rio e la sua comunità, isolando entrambi”.
“Per questo siamo sempre più convinti che continuare così sia una battaglia persa in partenza. Invece, grazie a quest’iniziativa, possiamo sperimentare una modalità diversa di fare prevenzione del rischio alluvionale, che mira a co-progettare una rigenerazione del territori, attraverso la sostenibilità, l'inclusione e l'adattamento ai cambiamenti climatici. Trasformando il rio Molinero da problema in opportunità, uno spazio condiviso "acqua-comunità" che garantisca il benessere, la salute e la sicurezza delle persone e dell’ambiente naturale” conclude Ferraris.
Maurizio Raineri del Seminario Vescovile sottolinea “l'importanza di aver attivato una collaborazione fattiva con tutti gli enti firmatari che ci ha portato anche a partecipare al bando New European Bauhaus. Mettere insieme enti pubblici, formativi e privati è la parte più qualificante di questa collaborazione e avere un approccio multidisciplinare fin dall'inizio è un'opportunità in più”.