"Mi auguro che il sindaco di Alassio ci ripensi, magari ci si potrebbe rivedere ad un tavolo per capire quali sono le ragioni di tutti. Il Consorzio Depurazione può dimostrare di avere i conti a posto e non incidere sui conti di nessun altro".
A dirlo è il presidente del Consorzio Depurazione Acque del Savonese Maurizio Maricone dopo che nella giornata di ieri si sono svolte le assemblee per dar vita ad Acque Pubbliche Savonesi (Aps) il soggetto unico che andrà a gestire il servizio idrico e la bollettazione del territorio provincia di Savona mettendo insieme proprio il Consorzio, Servizi Ambientali di Borghetto Santo Spirito e Sca di Alassio.
Quest'ultimi però l'hanno disertata come avevano preannunciato al presidente di Aps Giovanni Ferro, il sindaco alassino Marco Melgrati e la presidente Emanuela Preve, motivando la loro assenza sostanzialmente attraverso il parere legale degli avvocati Harald Bonura e Giuliano Fonderico di Roma secondo i quali l’approvazione del piano annuale, prevista nell'assemblea, determinerebbero rilevanti conseguenze finanziarie non solo in capo a SCA ma anche ai suoi enti soci.
L'analisi dei due legali romani avrebbe infatti evidenziato come la partecipata alassina e il comune sarebbero chiamate ad assumere specifici oneri di ricapitalizzazione, compreso il versamento immediato di 150mila euro provenienti dai versamenti dei soci in conto capitale per la copertura parziale di perdite pari a circa 755mila euro, e la successiva emissione di nuove azioni (mediante azzeramento del capitale sociale per 500mila euro e ricostituzione dello stesso emettendo nuove azioni al valore nominale di 1 euro ma con un sovrapprezzo di 1,50 euro per ciascuna) per coprire invece le perdite residue da circa 605mila euro e le eventuali future perdite fino al 31 gennaio 2023.
Un impegno che limiterebbe per il 2023 anche l'operatività di SCA e la sua capacità di assumere impegni a lungo termine senza il consenso di APS ribaltando così il rapporto di controllo analogo. Inoltre, a detta loro, l'approvazione del contratto infraconsortile determinerebbe la cristallizzazione dei rapporti contrattuali tra la struttura consortile e le consorziate, compreso l'anticipazione del trasferimento delle attività di bollettazione e riscossione delle tariffe rispetto alla prevista operazione di fusione inversa.
Melgrati e Preve avevano puntato il dito contro i dati economici emersi dal bilancio 2021 del Consorzio Depurazione Savonese (come da loro specificato 4 milioni e 943mila euro di perdita per il 2021, 1 milione e 170mila per il 2020) e il sindaco di Savona Marco Russo che aveva risposto per le rime respingendo le accuse (leggi QUI).
Facendo mancare la loro presenza e non dando quindi il consenso non è stato possibile in assemblea adottare alcuna deliberazione, né il piano di ristrutturazione aziendale, né l’operazione di ricapitalizzazione. E se non verrà trovata una soluzione il rischio è che si vada verso una gara europea con un subentro di un soggetto privato.
"Hanno delle loro ragioni ma mi sento di dire a tutti i cittadini che occorre arrivare a dimensioni rilevanti perché altrimenti non si riescono a fare investimenti necessari - continua Maricone - auspico però che arrivi questo confronto in maniera aperta e per trovare delle soluzioni per i cittadini e non per la politica e per gli amministratori delle società".
"C'è una grande unità di intenti fra tutti i componenti di Aps tranne Sca, si è registrata l'assenza non solo di Alassio, ma anche di Albenga, di altri comuni che erano stati silenti su questo argomento, mi auguro che prendano posizione e che passi la politica e l'amministrazione sana delle aziende che vuol dire fare gli interessi di tutto coloro che pagano le nostre bollette che siano di ponente, levante e del centro" conclude il presidente del Consorzio Depurazione Acque del savonese.
All'assemblea dei sindaci infatti erano presenti 18 primi cittadini, assenti quelli dell'estremo ponente.