"E pur si muove". Ieri sono stati presentati i progetti per riaprire le strade che attraversano il centro di Altare, via XXV Aprile e via Cesio (LEGGI QUI), chiuse lo scorso settembre a causa del degrado in cui versa l'ex vetreria Savam.
Una storia assai particolare quella dell'azienda altarese, fatta di lavoro, rinascite e cadute. Un presidio occupazionale con una storia centenaria. Due fallimenti alle spalle e oggi, un rudere decadente che condiziona la vita di una paese. Sullo sfondo un progetto ambizioso per la riqualificazione del fabbricato, un piano di edilizia privata, realmente mai partito, messo in cantiere anni fa dalla Società del Vetro.
La Savam, pardon, agli inizi era solo SAV: Società Artistico Vetraria, una cooperativa, forse un po' anomala se teniamo a mente quelle odierne, è nata il 24 dicembre 1856.
Il primo fallimento risale al 1978, dopo 122 anni di onorata carriera. L'azienda venne rilevata dall'imprenditore Angelo Masserini. Da qui il cambio di denominazione in Savam: Società Artistico Vetraria Angelo Masserini.
L'abbandono dello storico presidio situato nel centro del paese, in vista del trasferimento nella zona industriale, risale all'inizio degli anni '90. Nel dicembre 1994 la fine della storia con l'acquisizione da parte di Vetreria Etrusca.