Eventi - 13 marzo 2023, 19:20

Brendan Fraser, il Premio Oscar tra Albenga, Alassio e Balestrino: quando si girava "Inkheart" (FOTO)

Alessandra Bergero, location manager, rievoca le riprese di "Cuore di inchiostro" nel Ponente ligure, super produzione con troupe di 400 persone e attori di Hollywood. Protagonista l'oggi Premio Oscar per "The Whale"

Brandan Fraser Premio Oscar riprese di Inkheart nel Ponente Ligure Savonese

Brandan Fraser ai tempi delle riprese di "Inkheart" nel Ponente savonese

Erano gli ultimi mesi del 2006 quando la mega-produzione cinematografica di "Inkheart - La leggenda di cuore d'inchiostro" si muoveva con la sua troupe tra gli scenari di Albenga, Alassio, Laigueglia e l'antico borgo, per l'occasione ricostruito dagli scenografi, di Balestrino. L'ultimo colpo grosso del location management ligure, che portava sul territorio tutta la macchina organizzativa della New Line Cinema, fresca del successo globale della trilogia de "Il Signore degli Anelli". Protagonista Brendan Fraser, oggi celebrato per il premio Oscar, ma anche attori del calibro di Helen Mirren, Paul Bettany con la moglie Jennifer Connelly, Andy Serkis e Jim Broadbent. Alla regia il navigato Iain Softley, con la fotografia dell'esperto (a sua volta Premio Oscar) Roger Pratt. 

Il premio Oscar come miglior attore per "The Whale" era allora ancora in gran spolvero, prima della depressione e delle perdita di memoria che l'avrebbero costretto ad allontanarsi dalle scene. Tratto dal romanzo di Cornelia Funke, scrittrice tedesca che da anni ha eletto come domicilio la zona dell'Imperiese, "Inkheart" per tutti gli esterni è stato girato nel Ponente ligure, specialmente quello savonese, con incursioni in Valle Argentina e ad Entracque nel Cuneese. La stessa visione della pellicola è come un assaggio delle bellezze paesaggistiche con spicchi diversi di territorio. 

Oggi Brendan Fraser gode del rinnovato vigore e clamore artistico, portando a casa l'ambita statuetta per l'interpretazione di un insegnante di inglese obeso e solitario alla ricerca della possibilità di riallacciare i rapporti con la figlia adolescente. Una "rinascita" per l'attore 54enne, che al suo arrivo nel Savonese già era conosciutissimo per la commedia "George of the Jungle", parodia di Tarzan, seguita dalla trilogia "La mummia". 

Alessandra Bergero, location manager e direttrice della "Italian Riviera Alpi del Mare Film Commission", ha svolto il ruolo cruciale per la realizzazione in loco del film.

"Era il mese di giugno del 2006 quando mi hanno contattato e sono venuti qui perché volevano 'soltanto' delle location per girare quello che viene chiamato establishing shot; il resto lo avrebbero girato tutto in studio in Inghilterra, come si fa normalmente per i film fantasy - racconta - Quindi si sarebbero dovuti fermare solo una settimana da noi. Dopo aver girato in tutta Italia alla ricerca di un borgo adatto per le loro esigenze, sono ritornati qua e, dopo aver visionato tutti i borghi liguri, hanno scelto Balestrino perché era quello meno restaurato". 

Prosegue Alessandra Bergero: "A quel punto sono riuscita a convincere il production designer, John Beard, a girare nelle location vere e non solo in studio come avrebbero voluto fare. Balestrino è stata ricostruita in studio a Pinewood solo per completare gli effetti speciali. Per fare questo, hanno portato nel Regno Unito le nostre piante, la nostra terra rossiccia, le impronte in resina dei nostri muri antichi... e anche alcune comparse del posto. Il risultato di questo lavoro di relazione personale è che le settimane sono diventate ben 8, quindi pari a 25.000 notti in albergo per una troupe di 400 persone, da settembre a novembre". 

"Poi - aggiunge la location manager - volevano andare in Svizzera per girare le prime scene con la neve, ma noi li abbiamo convinti a spostarsi ad Entracque, visto che la provincia di Cuneo era molto più vicina della Svizzera per i loro 40 Tir. Laigueglia è stata scelta e utilizzata per i set anche se il regista voleva girare a Portofino. Ad Albenga, poi, per il selciato antico del centro storico, che, bagnato per esigenze di ripresa, faceva scivolare tutti, la produzione ha risolto facendo mettere le suole antiscivolo all'intera troupe dal calzolaio locale... Per centinaia di persone".

Tutti coloro che hanno seguito personalmente le riprese di "Inkheart" a Balestrino e nella Baia del Sole ricordano Brendan Fraser molto affabile e disponibile. "E' ghiotto di tartufi, gli piacciono moltissimo - rivela Alessandra Bergero - Una notte siamo riusciti a fare una cena un po' oltre i limiti di orario, viste le stringenti esigenze della produzione, fra pochissimi intimi, nella cucina di Villa Pergola da Marcella Demartini, a quei tempi proprietaria della villa che ospitava gli attori. Paul Bettany e sua moglie amavano il bollito, invece, e hanno continuato a tornare in provincia di Cuneo per molti mesi".

Film, spot pubblicitari, documentari: l'Italian Riviera Alpi del Mare Film Commission ha portato grosse produzioni sul territorio savonese, e "Cuore d'inchiostro" avrebbe potuto diventare un'occasione appetitosa di cine-turismo. All'organizzazione della location manager Bergero, invece, paradossalmente, sono stati tagliati i sostegni della parte pubblica.

C'è qualche progetto in vista? Lei spiega: "Sempre più produzioni straniere scelgono l'Italia, ma per ora non posso parlarne, anche perché ora non lavoro più solo per questo territorio. Questo perché la nostra Italian Riviera Alpi del Mare Film Commission, la prima fondata in Italia nel 1998 dalla Provincia di Savona, non è più sostenuta dagli enti pubblici locali, visto che dopo ne hanno istituita una regionale. Per questo ora sono libera di portarli ovunque in Italia o in altre nazioni europee. Mi dispiace non aver potuto continuare a lavorare per la mia terra, che ha un potenziale enorme da sfruttare: è una 'Cinecittà all'aria aperta', così la definivo nelle mie campagne promozionali ai Festival internazionali di Cinema come Cannes e Berlino. Ma purtroppo sono state fatte altre scelte calate dall'alto".

La location manager dettaglia il quadro: "Le grosse produzioni internazionali non hanno bisogno di finanziamenti pubblici per arrivare, ma di professionalità da parte di chi li accoglie. Sono solo le major a poter garantire una ricaduta economica locale e non le piccole produzioni o gli spot pubblicitari, che non portano né un ritorno di immagine (le località non si riconoscono oppure girano solo in Italia) né occupazione di alberghi e personale tecnico o comparse per lunghi periodi". 

Ecco l'esempio, numeri alla mano, di "Inkheart": "Budget totale 70 milioni di dollari, ha lasciato 5 milioni di euro sul territorio, in occupazione alberghiera (25.000 notti in albergo a novembre), in professionisti, artigiani, servizi vari, comparse. Il ritorno di immagine è incalcolabile. Distribuito in 89 nazioni e ancora in onda adesso. Il film era ambientato qui e questo fa un enorme differenza". Continua Alessandra Bergero: "Nei dialoghi veniva citata Alassio, anche se il libro era ambientato altrove, nella provincia di Imperia. Questi dettagli non sono casuali, ma sono il lavoro che facciamo noi dietro le quinte, concentrando la nostra professionalità anche e soprattutto sulle relazioni con la produzione, che abbiamo curato personalmente per molti mesi, dedicando molta energia. Il nostro piccolo ufficio era sempre disponibile, mai impreparato e rispondeva ogni ora". 

"Questo è essenziale come essenziale è parlare inglese fluentemente se si tratta di produzioni straniere - conclude - Pare ovvio? Ma non succede sempre.... Oltre all’inglese bisogna conoscere bene il cinema e amarlo profondamente per rendere anche l’impossibile possibile". 

Redazione

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