Ben 146 interventi legati al Superbonus 110% nel solo 2022. Un vero e proprio boom dell’edilizia che ha portato ad un miglioramento, sia dal punto di vista funzionale che estetico di molti edifici, contribuendo, come effetto collaterale positivo, a migliorare l’aspetto anche di molte delle principali vie di Albenga.
“Il blocco delle cessioni di crediti d'imposta nell'edilizia deciso dal Governo, in particolari quelli legati al Superbonus del 110%, mette a rischio centinaia di posti di lavoro in un momento nel quale molte famiglie stanno altresì vivendo serie difficoltà economiche legate al post Covid e all’aumento dei costi delle materie prime e dell’energia” commenta a caldo del sindaco di Albenga Riccardo Tomatis.
“Questo tema - continua il primo cittadino - riguarda anche Albenga, seconda città della provincia, molto attiva nel settore dell’edilizia e che, grazie alle agevolazioni del 110% ha visto una vera e propria ripresa economica di questo settore, basti pensare che sono state presentate 182 pratiche relative al Superbonus”.
“La misura del 110, quando è nata, aveva molti obiettivi, in primis quello relativo alla ripresa di questo settore, a questo legato l’aspetto occupazionale, poi quello di migliorare sia dal punto di vista estetico che funzionale molti edifici, non ultimo poi l’aspetto legato al green. Ridurre la dispersione termica degli immobili permette una netta diminuzione dei consumi e delle emissioni di CO2 - aggiunge Tomatis - È innegabile che anche nella nostra città diverse vie hanno letteralmente cambiato aspetto grazie al rifacimento delle facciate di molti immobili, ma soprattutto molti operai e tecnici dell’edilizia, grazie al 110, hanno trovato lavoro dopo il terribile periodo legato alla pandemia. Bloccare la cessione dei crediti e interrompere alcuni benefici come il reddito di cittadinanza e i contributi legati alle morosità incolpevoli ci porterà a vivere un periodo di grave difficoltà. Quando ci si trova di fronte ad un utilizzo scorretto di alcune misure positive questo non vuol dire che si debbano abolire, ma sarebbe opportuno calibrarle meglio e rivederle”.
“L’interlocutore diretto per i cittadini è il Comune che, però, si troverà nella condizione di non poter dare risposte alle esigenze dei cittadini. La speranza è che vengano messe in atto misure idonee a compensare questi provvedimenti perché altrimenti i Comuni, primi interlocutori per i cittadini, si troveranno nelle condizioni di non poter dare risposte adeguate alle loro esigenze” conclude Tomatis.