Il "caso fiabe" ad Altare non intende smorzarsi: "Nella riunione in comune dello scorso 30 gennaio ai baristi è stato detto che nei loro locali non si può fare questo tipo di attività e che sarebbe meglio trovare luoghi più consoni per rispetto delle normative".
Cosi commenta con un pizzico di amarezza la consigliera comunale indipendente Rita Scotti che aggiunge: "Il nostro progetto di lettura per bambini di 5/6 anni era volto ad una condivisione socio culturale, ma aveva anche uno spirito solidale nei confronti dei baristi, poiché speravamo in un possibile incremento attraverso le merende dei bambini".
"In un momento socialmente ed economicamente complesso come quello che stiamo vivendo le iniziative culturali aggreganti andrebbero incoraggiate e aiutate", prosegue.
"In realtà abbiamo più raccolto che seminato, poiché i baristi sono stati tutti generosi offrendo chi la cioccolata, chi le bugie, il succo, caramelle, e altro - conclude la Scotti - Il bar non è solo un luogo di condivisione dove chiacchierare, scambiarsi opinioni e passare qualche attimo di svago in compagnia. Per molti è da sempre il posto ideale dove leggere un buon libro, accompagnato ovviamente da un buon espresso, un cappuccino e una brioche. Magari in compagnia".