La Memoria è importante, fondamentale per poter evitare gli errori del passato. Il tema della Memoria è stato ripreso questa mattina, 30 gennaio, anche al Teatro Ambra di Albenga che, nell’ambito della serie di iniziative organizzate dal Comune, dalle Anpi locali e dall’Aned Savona per celebrare il Giorno della Memoria, ha visto un incontro tra l’ex onorevole Emanuele Fiano (Associazione Figli della Shoah) e gli studenti delle terze medie dei Comprensivi I e II ingauni e del Liceo Giordano Bruno.
Fiano ha parlato di Memoria, raccontando l’esperienza della sua famiglia. È figlio di ebrei, infatti. Il padre fu deportato ad Auschwitz, unico superstite di tutta la sua famiglia.
Con molta semplicità e coinvolgimento, Fiano ha ripercorso le tappe di quanto vissuto dai suoi genitori, dai suoi nonni, riportando idealmente i giovani alunni presenti in sala al 1938, quando suo papà aveva solo 13 anni e la mamma 8. Quando improvvisamente arrivò la legge che impose l’espulsione di tutti gli studenti ebrei dalle scuole e i genitori vennero licenziati, gettando nel baratro dell’estrema povertà famiglie normalissime, per poi andare incontro all’orrore dei campi di sterminio, da cui milioni di persone non fecero mai ritorno. Ha parlato del valore della libertà, che oggi sembra così scontato, e invece non lo è affatto.
Anche il sindaco di Albenga Riccardo Tomatis ha voluto portare il suo contributo all’incontro con i giovani studenti: "Rivedendo il discorso che l’onorevole Liliana Segre fece nella sede del Parlamento Europeo ci sono molti spunti. Inizia con modi garbati, quasi a voler sollevare il popolo tedesco da ogni responsabilità riguardo alla Shoah. Lo fa senza rancore e senza odio, perché ‘l’odio genera odio’ e bisogna stare attenti a non ricadere in questo tranello”.
“Parla della condizione delle bambine nei campi di concentramento e della ‘marcia della morte’. Ne parla come ‘bambine che sembravano vecchie’, che non avevano età, sesso, seno, mestruazioni, mutande. Parole dure e violente, ma efficaci perché il ricordo deve essere doloroso per essere efficace e non dobbiamo fare sconti. Troppo spesso pensiamo che quanto accaduto non possa più succedere – prosegue -, perché siamo in un mondo diverso, ma la mia riflessione è che tutto ciò che è accaduto è stato ad opera di gente come noi. Non pensiamo che fossero dei mostri, o meglio si sono rivelati tali, ma erano persone che avevano famiglie, cenavano con i loro figli, con i loro patri. Non è stata follia, ma un progetto ben delineato, che io definirei di 'biopolitica'. Loro avevano previsto un mondo senza la presenza del popolo ebraico. Un domani però potrebbe toccare a ognuno di noi. Dove è successo? Dietro casa nostra. Quando? Poco tempo fa, praticamente oggi”.
“La mia generazione ha avuto il vantaggio di poter ascoltare le persone che hanno vissuto quei momenti. Voi giovani non lo avrete e dovrete impegnarvi ancora di più per fare tutto ciò che è possibile affinché quell’orrore non debba mai più accadere”.
Avviandosi alla conclusione, il sindaco Tomatis ha citato il generale Eisenhower: “Quando entrò nei campi di concentramento e si rese conto della situazione, con corpi abbandonati, uomini e donne che non avevano più nulla di umano, chiamò tutti i fotografi per immortalare quelle immagini, per documentare quel momento storico e motivò ‘Un giorno qualcuno si sveglierà e dirà che tutto questo non è mai successo’. Ecco, noi dobbiamo evitare che questo possa accadere di nuovo”.
A seguire Fiano ha percorso il “Cammino della Memoria” fino al Bunker della foce dove è stata depositata una corona in onore alle vittime.
Dal Comune di Albenga i ringraziamenti ad Aned Savona, che ha organizzato l'incontro, alle Anpi di Albenga e Leca, alla Fivl, alla Coop Le Serre, all’associazione Alpini per aver fornito le bandiere e per la loro partecipazione e la signora Caterina Usanna per i fiori.