Imprese che vorrebbero assumere ma non trovano lavoratori con competenze e profili adeguati. E’ questo il quadro che emerge dal rapporto annuale Excelsior relativo al 2022 per la provincia di Savona. Secondo l’analisi, realizzata da Unioncamere in collaborazione con l’Agenzia Nazionale per le Politiche Attive del Lavoro (Anpal), nell’anno appena trascorso, il 66% delle imprese della provincia con dipendenti prevedeva di assumere personale, ma ha incontrato difficoltà superiori a quelle dell’anno precedente (il 38% nel 2022 a fronte del 30% registrato nel 2021).
Complessivamente, in termini di entrate previste, le imprese della provincia di Savona nel 2022 hanno espresso necessità di assunzione per complessivi 22 mila 620 posti di lavoro, di cui il 29,1% riguardanti persone fino a 29 anni di età. La propensione ad assumere delle imprese del Savonese è aumentata lo scorso anno di 3260 unità rispetto al 2021, che significa il 16,8% in più in termini percentuali, un dato che riguarda in prevalenza (per il 78%) le imprese tra 1 e 49 dipendenti.
Come emerge dalle elaborazioni del Servizio Informazione economica e Orientamento al lavoro della Camera di Commercio Riviere di Liguria sui dati dell’analisi Excelsior, tra i settori più bisognosi di lavoratori figurano i servizi di alloggio e ristorazione e i servizi turistici (32,7%), gli altri servizi (15%), il commercio al dettaglio, all’ingrosso e riparazione di autoveicoli e motocicli (14%), le costruzioni (9,3%), i servizi culturali, sportivi e alle persone (8,7%).
“Anche nella provincia di Savona, tuttavia, il principale problema da affrontare è quello del mismatch, ossia il disallineamento tra la domanda e l’offerta del lavoro, spiega il Vice presidente della Camera di Commercio, Angelo Berlangieri. “Tra i settori, – prosegue Berlangieri – quelli maggiormente colpiti dal cortocircuito tra domanda-offerta di lavoro – con un grado di difficoltà nel reperimento di risorse umane adeguate che tocca il 40 per cento delle figure richieste – sono: le industrie metalmeccaniche ed elettroniche (47%), le costruzioni (47%), le public utilities (43%), gli altri servizi (42%) e i servizi di alloggio e ristorazione e i servizi turistici (39%). Se si guarda invece ai profili professionali, la categoria che registra maggiori difficoltà di reperimento è quella degli operai specializzati, con il 50% delle entrate programmate; seguono i dirigenti, le professioni intellettuali, scientifiche, con elevata specializzazione (47,5%), le professioni tecniche (45,1%), le professioni qualificate nelle attività commerciali e nei servizi (39,9%), i conduttori di impianti ed operai di macchinari fissi e mobili (35,4%), le professioni non qualificate (26,7%) e gli impiegati (24,9%).
Le principali aree aziendali di inserimento sono la produzione di beni ed erogazione del servizio (51,9%), che presenta una difficoltà di reperimento particolarmente elevata, circa il 42%; le aree commerciali e della vendita (20%), con una difficolta a reperire le risorse richieste del 28% circa e le aree tecniche e della progettazione (13,8%), con il 41,5% di difficoltà di reperimento.
Le professioni più richieste nella provincia di Savona nel 2022 sono gli addetti nelle attività di ristorazione (24,6%), gli addetti ai servizi di pulizia (10,2%) e gli addetti alle vendite (9,2%). Le professioni più difficili da reperire sono gli addetti nelle attività di ristorazione (46%), seguiti dai conduttori di veicoli a motore (45%) e gli artigiani e operai specializzati nell’edilizia (43%).
Interessante il dato relativo alla ricerca di personale femminile: le principali opportunità di inserimento lavorativo riguardano i settori dei servizi alle imprese e alle persone, dove la ricerca di personale femminile riguarda il 34% dei casi, il commercio al dettaglio, all’ingrosso e riparazione di autoveicoli e motocicli (29%), le altre industrie (20%), il turismo compresa la ristorazione (20%) e altri servizi (19%).
La quota di assunzioni previste per i giovani pesa per il 29,1% sul totale, ma sulla categoria grava un mismatch del 37% in media. I giovani sono maggiormente richiesti nel settore dei servizi culturali, sportivi e altri servizi alla persona (41% delle previsioni), nel commercio al dettaglio, all’ingrosso e riparazione di autoveicoli e motocicli (36% delle entrate), nelle altre industrie (36%) e nei servizi di alloggio e ristorazione (28%). I profili invece per cui scarseggiano in misura maggiore candidati giovani o è difficile trovarne con competenze adeguate sono: tecnici della salute, fabbri ferrai, costruttori di utensili, artigiani e operai specializzati addetti alle rifiniture nelle costruzioni, meccanici artigianali, montatori, riparatori e manutentori di macchine fisse e mobili, artigiani e operai specializzati delle costruzioni e nella manutenzione di strutture edili, impiegati alla segreteria e agli affari generali, conduttori di veicoli a motore.
L’indagine annuale pone poi l’accento sul livello di istruzione ricercato. Nella provincia, la domanda di laureati sul totale delle entrate programmate è del 9% (contro il 13% del dato regionale e il 15% di quello nazionale). Il 29% dei lavoratori che si prevede di assumere è diplomato (in linea con la media regionale e nazionale), il 42% possiede un attestato di qualifica o diploma professionale, mentre nel 20% dei casi non è richiesto un titolo di studio specifico.
“La Camera di Commercio pone particolare attenzione al tema dell’incontro tra domanda e offerta di lavoro e anche nel 2023 dedica risorse adeguate per le iniziative e i progetti sull’orientamento al lavoro con l’obiettivo di contrastare il problema del mismatch che soprattutto nel periodo post-pandemia ha conosciuto una ripresa per i repentini cambiamenti cui il mercato del lavoro è stato sottoposto”, sottolinea il Segretario generale della Camera di Commercio, Marco Casarino.