Attualità - 14 gennaio 2023, 12:00

Ospedale di Albenga, in pensione il dottor Contin: “La prevenzione del tumore al collo dell’utero salva vite. Sono a disposizione per insegnare”

Una vita professionale dedicata alla prevenzione oncologica nell’ambulatorio ingauno nato con lui, che si spera possa avere continuità

Ospedale di Albenga, in pensione il dottor Contin: “La prevenzione del tumore al collo dell’utero salva vite. Sono a disposizione per insegnare”

Ancora pochissimi giorni, poi, dal 17 gennaio, il dottor Renzo Contin non varcherà più la soglia del Santa Maria di Misericordia  di Albenga come specialista in Ostetrica e Ginecologia, ma soprattutto, come responsabile dell’ambulatorio di screening HPV. Un’eccellenza nel territorio albenganese, ma ha maturato il diritto alla pensione e andrà a godersi il meritato riposo, dopo una vita dedicata, con tanta passione, alla salute delle donne. Effettuava le colposcopie (esame per visualizzare in modo approfondito il collo dell’utero), quando necessario, dopo i primi accertamenti ambulatoriali in consultorio. Attività che svolgeva anche a Santa Corona. Un servizio preziosissimo per cui tutta la comunità albenganese ringrazia, per aver salvato tante vite, tante donne, tante famiglie.

Mi sono laureato nel 1981 e nell’85 ho preso la specialità in Ginecologia e Ostetricia. Mi sono impegnato molto e ho ottenuto 70/70 con lode. In clinica a Modena ho fatto un’attività scientifica importante: tanta ricerca, ad esempio sul liquido amniotico per la maturità del polmone fetale, e sperimentato tanto, ad esempio un farmaco importante per la menopausa. Quando nell’87 ho vinto il concorso ad Albenga, mi sono trasferito”. Diretto, empatico, appassionato: così il dottor Contin racconta a Savonanews gli anni della sua carriera e il suo impegno per prevenire i tumori del collo dell’utero e proteggere la salute delle donne.

Ero fresco di scuola di specialità ed ero al corrente di scoperte scientifiche innovative. Il primario dell’epoca era molto disponibile, credeva in noi giovani medici, ma voleva che non ci limitassimo al Reparto di Ginecologia: dovevamo prenderci cura anche dei 6 consultori territoriali – spiega -. Un lavoro straordinario: conoscevamo le persone e le criticità, così potevamo gestirle per evitare rischi”.

Il dottor Contin racconta che, al momento in cui è passato da Asl4 ad Asl2, si facevano circa 600 parti all’anno. “Venivano anche da Imperia per far nascere i bimbi ad Albenga. Poi è stato chiuso il vecchio ospedale e aperto quello nuovo. Io ho scelto di restare qui, perché tenevo al territorio e perché avevo iniziato l’attività nell’ambulatorio di prevenzione del cancro del collo dell’utero di 2° e 3° livello, l’ambulatorio di colposcopia, proprio nel momento in cui è stato provato scientificamente che questo tumore è dovuto al Papilloma Virus”. 

L’ambulatorio di Albenga è entrato scientificamente nel gruppo Gisci, Gruppo Italiano Screening Cervico Carcinoma, ed opera sotto le linee guida europee, rendicontando annualmente all'ente le casistiche riscontrate. 

Faccio le colposcopie già da quando facevo la scuola di specialità. Si tratta di un esame clinico oncologico – specifica -, studia l’organo in vivo. Previene, nel senso diagnostico, tutte quelle lesioni che precedono il cancro del collo dell’utero, che con certezza diventeranno tumore. Questo è un ambulatorio oncologico”. 

I livelli dell’esame sono 3: per il primo livello, i consultori familiari chiamano la donna di età tra i 30 e i 64 anni. Se al primo livello emerge una positività al virus con un’anomalia nel Pap-test, scatta il secondo livello, ovvero la colposcopia. In caso di conferma, si passa alla biopsia, un esame istologico. Infine, in caso di necessità, si passa alla conizzazione, una biopsia più allargata. 

A un certo punto ho sentito l’esigenza di avere un ambulatorio con un’attrezzatura adeguata, secondo le norme europee – racconta il medico -. Non c’erano i fondi e mi sono dato da fare per trovare persone disposte a fare donazioni per poter acquistare i dispositivi necessari”. E chi cerca, trova, come dimostra il dottor Contin, che dal Rotary Club di Alassio ha ricevuto le donazioni per acquistare la radiofrequenza e l’aspira fumi antiparticolato, essenziali per l’attività di prevenzione svolta. “Poi ho adattato il video al colposcopio con la telecamera. Ho recuperato una colonna della sala operatoria, che ne ha ricevuto una nuova, e con tutto questo posso fare la video colposcopia”. 

Facciamo un grande lavoro anche con le donne straniere, che non hanno mai fatto nulla prima – prosegue -. Diagnostichiamo diverse patologie, a cominciare dalle malattie trasmesse per via sessuale, che aumentano: la sifilide, la tbc genitali, i condilomi che necessitano un trattamento distruttivo”. 

Emerge quindi il quadro di un ambulatorio estremamente importante. “Spero ad Albenga non venga soppresso il servizio e che venga un bravo colposcopista. L’oncologia preventiva va portata avanti, non si può tornare indietro. La mia sensazione è che ci siano pochi ginecologi che si dedicano alla colposcopia. Auspico che il numero possa crescere, per poter intercettare tutto ciò che può diventare cancro e bloccarlo in tempo”.

Con i suoi modi pacati, gentili, con la sua voce che trasmette la sicurezza di essere in buone mani, spiega che “alla paziente devi parlare, devi spiegare, rassicurare, perché altrimenti la perdi, non si cura se non comprende il rischio che corre”.

E si capisce quanto amore abbia messo nel suo lavoro, quanto peso dia alla vita, o ogni vita. “C’è tanto da fare, ci vorrebbe personale paramedico dedicato stabile 5 giorni alla settimana. Un servizio che non solo è da portare avanti, ma da potenziare!”.

Qui c’è tutto. Tutto perfettamente funzionante. Ma dal 17 gennaio non ci sono più io e spero con tutto il cuore, per tutte le donne ingaune, che questo laboratorio di prevenzione oncologica possa avere continuità con un altro medico. Da quando l’ambulatorio è operativo, abbiamo salvato tante donne. Qui si salvano vite. Io ci tengo alla vita delle donne. Se sarà necessario, sarò disponibile a insegnare a chi verrà”.

Maria Gramaglia

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