"Abbiamo il dovere come partito di rigenerarsi, rilanciarsi, abbiamo un po' di anni davanti e se divento segretario garantisco che non torneremo mai più al Governo senza vincere le elezioni".
Non le manda a dire al passato recente e non del Partito Democratico il candidato alla segreteria dei dem Stefano Bonaccini che ieri sera è intervenuto nella Sala Nassiriya della Provincia di Savona come tappa del suo tour in tutta Italia dopo che nel pomeriggio era stato a Sanremo.
All'incontro erano presenti il sindaco di Savona Marco Russo, membri della sua giunta e maggioranza (gli assessori Di Padova, Negro e Parodi e i consiglieri Burlando, Maida, Lessi, Gemelli, Pastorelli e Ghersi), il consigliere regionale Roberto Arboscello, il segretario provinciale del Pd Emanuele Parrinello, i sindaci di Spotorno, Albissola Marina e Cisano Mattia Fiorini, Gianluca Nasuti e Massimo Niero, il vicesindaco di Vado Fabio Gilardi e molteplici consiglieri comunali del savonese (tra cui la consigliere di Loano, ex consigliere provinciale Luana Isella).
Non è passata inosservata anche la partecipazione di Claudio Burlando, al suo ritorno a Ponente dopo i 10 anni di presidenza regionale dal 2005 al 2015, che si è intrattenuto a parlare con Russo pre incontro.
"Abbiamo davanti anni per prepararci e spero che anche le altre opposizioni che come e più di noi le hanno perse le elezioni, come i 5 Stelle e il Terzo Polo, vogliano fare un po' meno opposizione e mai più al governo di destra. A partire dai tagli della sanità pubblica e spero di trovare anche qualche mio collega presidente di regione di centrodestra (e qui il riferimento a Toti potrebbe non essere casuale. ndr) a dire al Governo che dopo il Covid non ci sta proprio che con l'inflazione al 12% si taglia sulla sanità" ha proseguito Bonaccini.
Rilancio del Pd a 360°, un aspetto che vale non solo a livello nazionale ma anche per le singole segreterie provinciali e regionali che devono cambiare passo dopo i problemi e le disfide interne che li affliggono da anni.
"Bisogna tornare ad essere un partito popolare, tornare di più nei luoghi dove la gente vive, studia, lavora, si diverte, soffre. Usare un linguaggio che ti capisca al bar sia chi ha due lauree, sia chi non ha studiato, in poco tempo dobbiamo spiegare chi siamo, un grande partito laburista, con il lavoro e l'impresa al centro, senza chi produce ricchezza non ci può essere una distribuzione verso chi è povero e noi dobbiamo stare vicino soprattutto a chi sta male, ha difficoltà. Sanità e scuola devono essere pubbliche, garantite dallo Stato perché chiunque, un povero come un ricco, ha diritto di studiare e curarsi, dobbiamo mettere l'ambiente centrale" ha specificato il candidato alla segreteria dem.
Non sono mancate neanche le stoccate a chi è stato candidato fuori dalla propria regione di appartenenza.
"Se divento segretario non funzionerà mai più che nessuno del gruppo dirigente si candida nei collegi, se sei leader lo devi dimostrare prendendo dei voti battendo gli avversari. E se divento segretario e non cambierà la legge elettorale i candidati e le candidate la prossima volta si sceglieranno con le primarie, così non succederà mai più che i paracadutati da tutta Italia vengano candidati in tutte le regioni - ha criticato - Non per il valore delle persone che si candidano, ma perché se viene a mancare il rapporto tra eletto e elettore e non c'è più chi ti rappresenta come territorio nella rappresentanza più importante a Roma, va in crisi la rappresentatività e quindi la democrazia".
Stefano Bonaccini è stato eletto per la prima volta nel 2014 e rieletto nel 2019. Prima di diventare Presidente della Regione, ha ricoperto diversi incarichi a livello locale e nazionale, tra cui quello di sindaco di Imola e di consigliere regionale in Emilia-Romagna. Per lui si tratta della seconda partecipazione alle primarie del Partito Democratico dopo quella del 2017 quando fu sconfitto da Matteo Renzi.