La segreteria provinciale della Cgil di Savona scrive all'assessore regionale con delega alla Sanità, il dottor Angelo Gratarola: "Non avremmo voluto intervenire, ma venuti a conoscenza mezzo stampa delle sue dichiarazioni, non possiamo che farlo".
"Iniziando dal termine della parola 'demagogia' utilizzata dall'assessore per descrivere l’intervento della funzione pubblica Cgil sulla situazione drammatica, che oggettivamente è sotto gli occhi di tutti i cittadini, in cui versa la sanità e il Socio Sanitario nella nostra Regione, ma soprattutto in provincia di Savona", commentano dal sindacato.
"Vorremmo ritornare sulla parola demagogia, un termine di origine greca che indica un comportamento politico che attraverso false promesse (propaganda) vicine ai desideri del popolo, mira ad accaparrarsi il suo favore a fini politici o per aumentare il proprio consenso popolare. L'assessore Grattarola ha proprio ragione: è pura demagogia quella utilizzata in questi anni dalla Regione Liguria quando si tratta di un tema importante come quello della salute delle persone".
"E' demagogia promettere la riapertura dei punti di primo intervento H24 di Cairo Montenotte e Albenga per poi non farlo - attacca la Cgil - E' demagogia promettere la diminuzione delle liste di attesa quando invece sono in continuo aumento; è demagogia promettere da oltre un anno la riapertura del punto nascite di Pietra Ligure per poi non farlo; è demagogia raccontare che la trasformazione in ospedali di comunità dei nosocomi di Cairo e Albenga significa l'aumento dei servizi e delle attività quando invece è l’esatto contrario; è demagogia promettere di discutere con il territorio quando sono mesi che questo non avviene, almeno a Savona. Si potrebbe andare avanti ancora con molti esempi, ma soprattutto è demagogia continuare a raccontare una situazione idilliaca della sanità e del socio sanitario nel savonese quando la realtà è ben diversa. Purtroppo i cittadini ne sono testimoni ogni giorno".
"Se il sistema sanitario nazionale pubblico in Liguria ha retto l’urto della pandemia e oggi dell’influenza, nonostante la mancanza di personale a 360°, lo si deve soltanto all'abnegazione, nonché alla responsabilità, professionalità e dedizione che migliaia di lavoratrici e lavoratori del comparto ogni giorno mettono a disposizione dei cittadini. Non certo per le scelte politiche di amministrazioni regionali che negli ultimi decenni, e soprattutto negli ultimi anni, hanno causato un depotenziamento delle attività e dei servizi socio sanitari pubblici in tutta la Liguria".
"Come abbiamo chiesto per diversi mesi con chi l’ha preceduta, senza particolari risultati, saremmo molto lieti di incontrala sul territorio, visto che ancora non si è presentato ufficialmente nel savonese, almeno al Sindacato Confederale. Siamo certi di poter dare un contributo importante al fine di migliorare i servizi e le attività socio sanitarie necessarie a migliaia di cittadini del nostro territorio, forti delle nostre proposte, dei nostri progetti che insieme a tutto il sindacato confederale savonese, i sindaci, i distretti, i comitati e molte associazioni abbiamo saputo costruire in questi anni, anche attraverso la stipula di documenti ufficiali e con una mobilitazione generale di tutto il territorio che ha visto la partecipazione di migliaia di persone alle manifestazioni di Pietra Ligure, Albenga, Cairo Montenotte e l’ultima nella città di Savona".
"Tutto questo non per demagogia, ma convinti che si possa e si debba cambiare l’attuale modello socio sanitario che deve tenere conto di più e meglio dei territori tutti - anche di Savona – ma soprattutto delle necessità reali delle persone".
"La Cgil esiste a Savona da 121 anni, dal 1901, proprio per questo conosce il territorio. nonché i suoi punti di forza e debolezza meglio di chiunque altro, anche degli assessori regionali che via via si sono succeduti", conclude la segretaria provinciale.