“Acqua salmastra dai rubinetti di Andora e Rivieracqua che fa? A oggi, non ha ancora intrapreso azioni per mitigare e risolvere la problematica. L’inattività delle autorità pubbliche e degli attori privati coinvolti contraddice le disposizioni della direttiva sulle acque (2000/60/CE), che definisce un quadro giuridico teso a tutelare le acque pulite e ripristinare la qualità delle stesse all'interno dell'Unione, nonché a garantirne l’utilizzo sostenibile. Inoltre, la direttiva riveduta sull'acqua potabile (2020/2184/UE) definisce norme di qualità essenziali per le acque potabili e impone agli Stati di monitorare regolarmente la qualità dell'acqua destinata al consumo umano, utilizzando un metodo che preveda l'istituzione di punti di campionamento. Inoltre, prevede che la qualità dell’acqua sia oggetto di notifica alla Commissione ogni tre anni”.
Così, la capodelegazione del gruppo M5S al Parlamento europeo Tiziana Beghin, che ieri ha depositato un’interrogazione per chiedere alla Commissione se può “verificare il rispetto delle normative europee da parte del gestore idrico e delle autorità locali nel caso del comune di Andora”.
Sulla questione interviene oggi anche il deputato pentastellato Roberto Traversi, richiamando un’interrogazione indirizzata al MIT a novembre e ancora in attesa di risposta. Il portavoce del M5S alla Camera ricorda che le criticità patite dal comune di Andora sono causate anche dall’innalzamento del cuneo salino. “Quello che preoccupa maggiormente i cittadini - spiega - è lo stato precario e obsoleto delle infrastrutture idriche gestite da Rivieracqua. E attenzione: ciò che oggi vivono i cittadini potrebbe presto ripetersi anche per altre realtà italiane: le conseguenze della risalita del cuneo salino stanno compromettendo irreversibilmente la risorsa di acqua dolce per quanto riguarda gli usi idropotabile e agricolo, provocando un'alterazione permanente delle falde con devastanti conseguenze ecologiche e ambientali dell'intero ecosistema”.
Il pentastellato chiede, nella sua interrogazione, se il Governo può “intraprendere iniziative al fine di accelerare il ripristino del sistema di approvvigionamento idrico del territorio di Andora; e se non ritenga opportuno avviare strategie specifiche a livello nazionale per affrontare il gravoso fenomeno della risalita del cuneo salino”.
“È dal 2015 che denunciamo, in Regione, le emergenze idriche del Ponente e la scarsa manutenzione della sua rete. Ancora una volta, affrontiamo un'emergenza. A causare un inaccettabile disservizio oggi è sia l’innalzamento del cuneo salino, sia il pessimo stato dell’acquedotto: è infatti vecchio, pieno di perdite, dispersioni e ruggine e lo diciamo da anni. Chiediamo sia garantito ai cittadini una gestione ottimale della risorsa: ricordiamo che tra i compiti della Regione rientra anche la pianificazione e la gestione dell'intero (lo ripetiamo: intero!) ciclo integrato delle acque, dall'attingimento, tramite le derivazioni per uso potabile, agricolo o industriale, ai sistemi di depurazione e restituzione della risorsa idrica, al controllo delle caratteristiche qualitative e quantitative dei corpi idrici. Segnalo che la cattiva gestione del ciclo delle acque da parte della Regione è una violazione degli obblighi imposti dalle direttive europee”, aggiunge il capogruppo regionale del M5S Fabio Tosi.