Curiosità - 05 dicembre 2022, 14:06

Il "trucco da terra" da Rialto diventa un patrimonio da salvaguardare per l'Unesco

L'ufficialità da Rabat, Marocco, dove il gioco tradizionale, unico savonese insieme agli altri del progetto "Tocatì", ha ricevuto un riconoscimento come patrimonio immateriale dell'umanità

Il "trucco da terra" da Rialto diventa un patrimonio da salvaguardare per l'Unesco

C'è anche il "trucco da terra", unico del savonese e solamente uno dei due di tutta la Liguria, tra i giochi della più antica tradizione italiana contenuti nel programma condiviso interregionale italiano "Tocatì" che è stato ufficialmente iscritto nel Registro delle Buone Pratiche di salvaguardia dell'Unesco.

L'ufficialità è arrivata durante la diciassettesima edizione Comitato intergovernativo della Convenzione Unesco per la salvaguardia del patrimonio culturale immateriale dell'umanità tenutosi fino allo scorso 3 dicembre a Rabat, in Marocco. Si tratta dello strumento utilizzato per selezionare e portare all’attenzione della comunità internazionale esperienze, programmi e progetti, siano essi nazionali o multinazionali, che meglio riflettono i principi e obiettivi della Convenzione stessa.

Si tratta della prima iscrizione per il nostro Paese in questo registro grazie al progetto costituito nel 2003 dall'Associazione Giochi Antichi (AGA), nel quale ha fatto capolino anche, a partire dal 2012, questo gioco la cui pratica è mantenuta viva grazie all'impegno degli appassionati custodi delle tradizioni locali della Polisportiva Rialtese.

In che cosa consiste però il Trucco da Terra? E' un gioco difficilmente assimilabile ad altri ben più conosciuti in Italia, pur avendo qualche punto di contatto per l'attrezzatura utilizzata e alcuni concetti comuni con le bocce e il polo, sforzando un po' il concetto. Più simile invece allo spagnolo "argolla", e proprio agli spagnoli viene attribuita l'ipotesi più accreditata circa il suo arrivo nell'entroterra finalese, dove la corona iberica dominò per oltre cent'anni intorno al diciassettesimo secolo.

Tre gli strumenti necessari, rigorosamente nominati in dialetto ligure finalese: "u trüccu", ossia un anello di 10cm di diametro fissato nel terreno con una delle due facce contrassegnate da alcuni segni in pittura, due "parette" e altrettante "bocce" assegnate rispettivamente una per squadra. I giocatori, solitamente due, si dispongono dietro alla linea di partenza per iniziare il gioco e alternativamente tentano di far passare la propria pallina nel trucco dal lato colorato, impedendo all'avversario di fare altrettanto fino a raggiungere un punteggio prefissato.

Mattia Pastorino

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