Politica - 29 novembre 2022, 07:12

Pillola anticoncezionale, oggi le opposizioni in Consiglio Regionale chiedono la gratuità

Le proposte di Partito Democratico, Linea Condivisa e Lista Sansa

Pillola anticoncezionale, oggi le opposizioni in Consiglio Regionale chiedono la gratuità

Stamattina il Consiglio Regionale discute le diverse proposte dell’opposizione che prevedono la gratuità della pillola anticoncezionale. 

Le richieste seguono l’esempio di quello che hanno già approvato diverse regioni italiane come Toscana, Piemonte, Lombardia, Puglia, Emilia-Romagna e Marche. 

Una proposta arriva dalla consigliera Selena Candia (Lista Sansa) che richiede la gratuità della pillola per le donne sotto i 25 anni.

Per una ragazza spendere anche 15 euro al mese per ‘la pillola’ può essere un problema - dice la consigliera - La Liguria deve dimostrarsi all'avanguardia in questo campo, in attesa che l'Aifa prenda una decisione (attualmente in discussione) sulla possibilità di rendere gratuita la pillola per le donne almeno sino ai 25 anni. 

Ci basiamo sulle evidenze di diversi studi scientifici per cui è importante rendere gratuiti i metodi contraccettivi. In Francia, dal 2012, grazie a una gratuità parziale della pillola tra i 15 e i 18 anni gli aborti volontari sono passati dal 9,5% al 6% in cinque anni”.

La proposta di Gianni Pastorino (Linea Condivisa) prevede anche la gratuità per le donne di qualsiasi età se disoccupate, e un prezzo calmierato per la fascia d’età che va dai 25 ai 35 anni. Gratuità estesa poi alle pazienti in cura per endometriosi che fanno uso della pillola a scopo terapeutico.

“In Italia e in Liguria la contraccezione è ancora un lusso - dice il consigliere - Sarebbe opportuno ispirarsi ad alcune regioni già avanti su questo tema. Penso alla Puglia che nel 2008 è stata la prima regione italiana a distribuire gratis contraccettivi alle donne con meno di 24 anni, all’Emilia-Romagna che ha approvato un provvedimento per la distribuzione gratuita dei contraccettivi alle persone di età inferiore ai 26 anni, alle donne disoccupate o colpite dalla crisi economica. Perché la Liguria non può seguire l’esempio?”.

Un’ultima proposta arriva poi dal gruppo del Partito Democratico in Consiglio Regionale che propone invece la distribuzione della pillola RU486 anche nei consultori. Il consigliere Roberto Arboscello propone inoltre l’istituzione di concorsi dove sia prevista l’assunzione di ginecologi non obiettori.

LA SITUAZIONE IN LIGURIA:

Per quanto riguarda il ricorso all’aborto farmacologico la Liguria ha una delle percentuali più alte rispetto al resto d’Italia: 54,8% nel 2020.

In tutto il territorio regionale sono 64 i ginecologi non obiettori su un totale di 133.

Nello specifico sull’area dell’Asl 3 genovese nel 2020 sono oltre 1300 le IVG (interruzione volontaria di gravidanza) effettuate di cui 500 farmacologiche.

L’utilizzo della pillola dunque tende a salire se si considera che quest’anno solo al Villa Scassi, punto di riferimento per le IVG a Genova e in Liguria, sono state effettuate 580 IVG farmacologiche. L’ospedale di Sampierdarena ha il numero più elevato di IVG effettuate in tutta la Liguria, ci sono poi il San Martino e l’Evangelico di Castelletto. Il Gaslini e il Galliera invece non praticano aborti.

Marco Garibaldi

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