Attualità - 27 novembre 2022, 10:39

Finalmare fallita, il futuro delle ex aree Piaggio verso una svolta? L'amministrazione: "Lavoriamo tutti insieme"

La proposta del vicesindaco Guzzi ai gruppi di minoranza: "Un tavolo aperto a politica e Consulta Territorio-Ambiente per rimettere al centro la città". E rilancia il partenariato pubblico/privato "con lo slogan più qualità e meno quantità"

Finalmare fallita, il futuro delle ex aree Piaggio verso una svolta? L'amministrazione: "Lavoriamo tutti insieme"

Il destino della FinalMare SpA, proprietaria delle ex aree Piaggio finalesi, era ormai segnato da diverso tempo, ovvero da quando era stata dichiarata in liquidazione. La parola fine sul capitolo con protagonista la società torinese è arrivata lo scorso 15 novembre il Tribunale di Torino ne ha sancito formalmente il fallimento con l'emissione del decreto di liquidazione giudiziale.

Oltre un decennio durante il quale, dopo l'acquisizione degli spazi del vecchio stabilimento circa quindici anni or sono, si sono accavallati progetti e bocciature il cui culmine è giunto nel 2008 con l'approvazione dell'ancora vigente Piano Urbanistico Operativo (Puo) al quale sono state apportate una serie di innumerevoli varianti.

La crisi economica prima, la pandemia poi e, nel mezzo, un progetto per il quale alla luce degli onori della cronaca non è mai uscito alcun investitore che palesasse concreto e reale interesse, hanno rallentato il tutto. Erano tuttavia iniziate le bonifiche delle aree, poi sospese, su spinta di un'ordinanza sindacale del 2019 (leggi QUI) fino ad arrivare nello scorso dicembre alla liquidazione seguita oggi dal fallimento.

"Da questa situazione potrebbe derivare una grande opportunità" afferma il sindaco Ugo Frascherelli, il quale non ha mai nascosto una sorta di scetticismo circa l'operazione immobiliare proposta anche in un recente Consiglio Comunale dove, con un efficace sillogismo, ha lasciato intendere a chiare lettere come l'assenza di un compratore significasse in qualche modo trasformazioni non così appetibili, ricordando inoltre la necessaria messa in sicurezza dell'asta fluviale del Pora e la bonifica ancora da terminare.

"Attenderemo che il curatore fallimentare porti avanti le sue valutazioni - aggiunge il primo cittadino - ricordando che il credito del nostro Comune supera i 6 milioni di euro di Imu non pagata".

Anche il vice sindaco Guzzi cerca, a questo punto, di vedere oltre e pensare al futuro. Con una proposta di larghe intese: "I fallimenti di Piaggio e Ghigliazza potrebbero e dovrebbero far ripartire una discussione della e nella Città. Sarà fondamentale coinvolgere il nostro territorio come siamo riusciti a fare attraverso 'La Salvaguardia del Finalese' ormai più di 10 anni fa. Una Commissione cui partecipi maggioranza, minoranza Consulta del Territorio/Ambiente, categorie produttive; insomma una discussione che riapra all'intera Finale Ligure".

"Dobbiamo pensare alla riqualificazione di queste aree come un possibile partenariato pubblico/privato, riconoscendo le corrette e legittime esigenze del nuovo futuro proprietario ma anche dare risposta alle molte occasioni che il pubblico può e deve sfruttare - aggiunge -. Un nuovo progetto che punti finalmente allo slogan 'più qualità e meno quantità' e che rispetti tutti gli attuali criteri base di ogni azione moderna: energie rinnovabili, rispetto dell'ambiente circostante, più verde, la giusta combinazione di destinazioni urbanistiche. Ragionando con meno volumi l'operatore potrà aver meno oneri di urbanizzazione e proporre delle permute al Comune piuttosto che solo pagamenti. Insomma si riparte da zero e con molta partecipazione".

Tecnicamente quindi un progetto esigibile dal mercato ma anche rispettoso dell'ambiente, che già ha pagato un prezzo sufficientemente alto negli anni, da rivedere rispetto a quello attuale: o con un aggiornamento del Puo e tempi più brevi, o addirittura con modifiche maggiori per le quali però servirebbero passaggi in Regione con il presidente Toti e l'assessore all'Urbanistica Scajola che nei mesi scorsi hanno già potuto vedere coi propri occhi lo stato dell'area (leggi QUI).

La speranza è quindi chiara e non riguarda solamente l'accesso di ponente della cittadina rivierasca all'interno dei "garbassi", come amano definirli i finalesi, ma anche oltre con le ex cave Ghigliazza. Le due aree si trovano oggi ad un punto di partenza simile, un progetto condiviso tra le due aree questa volta potrebbe essere un'ipotesi concreta.

Mattia Pastorino

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