Saranno ad Andora già dalla prossima settimana per effettuare le prime rilevazioni del caso e studiare le eventuali soluzioni tecniche i tecnici dell'Università di Firenze, l'ente scelto dalla Regione Liguria per dedicarsi all'emergenza idrica legata all'eccessivo cuneo salino presente nell'acqua potabile del comune rivierasco.
La decisione dell'attivazione della consulenza, annunciata ieri nell'incontro in videoconferenza tra l'Amministrazione Demichelis, le Province di Savona e Imperia, gli esponenti della Rivieracqua e l'assessore regionale Giacomo Giampedrone, sarà finanziata dalla Regione Liguria con fondi di Protezione Civile per far fronte quanto prima a una situazione che sta diventando molto critica.
Nel mentre, oltre a quella di un'analisi delle cause geologiche, nella riunione è stata prospettata una nuova proposta "tampone": quella di un allacciamento con la rete idrica di Villanova d'Albenga.
"Siamo lieti che l’Università di Firenze realizzi uno studio specifico per Andora perché darà un contributo scientifico per chiarire la tipologia delle nostre falde - afferma in una nota il sindaco Demichelis, presente insieme al suo vice Rossi all'incontro, ringraziando l'assessore Giampedrone - dire ufficialmente se è possibile il collegamento con Villanova prospettato da tempo come soluzione nel breve periodo o trovare soluzioni alternative. In questo modo avremo un soggetto terzo che verificherà la situazione: una garanzia per i cittadini e per tutte le realtà coinvolte".
L'ipotesi progettuale, risalente a circa un paio d'anni or sono e che ha già incassato un primo assenso dalla Provincia, prevedrebbe un collegamento veloce col vicino comune ingauno per fare arrivare acqua ad Andora nel più breve tempo possibile, dando sollievo ai disagi subiti dai cittadini e dalle imprese in questi mesi. Gli uffici tecnici comunali hanno proposto ora un tracciato più breve che taglia fuori la costa.
Ora quindi all'università fiorentina, già attiva per studi sul bacino del Roja, toccherà verificare la possibilità di attuare un progetto alternativo e transitorio praticabile tenendo conto di costi e fattibilità, in attesa che si completino i lavori del master plan del Roja, i cui appalti sono stati già affidati e su cui Andora ha investito 4 milioni di euro.
Il primo passaggio per avviare questo tavolo era stato la certificazione da parte di Rivieracqua, su richiesta della Giunta andorese, dello stato emergenziale nel comune confermando il perdurare della presenza del cuneo salino, stante il fatto che la società consortile non ha trovato soluzioni alla crisi idrica cittadina visto il perdurare della siccità.
Per Andora non è necessario richiedere lo stato di emergenza specifico perché la sua situazione ricade perfettamente nello stato di emergenza siccità riconosciuto per tutti i bacini liguri - ha confermato l’assessore Giampedrone nella videocall di ieri - Chiederemo all’università di andare a studiare sul campo la situazione specifica, la rete dell’acquedotto, la situazione dei pozzi e di verificare la fattibilità del progetto proposto e individuare soluzioni alternative".
Il presidente di Rivieracqua Gian Alberto Mangiante ha dato il suo assenso allo studio dell'Università. I tecnici della società consortile che gestisce l'acquedotto avrebbero infatti propeso per accantonare l'ipotesi di utilizzare dei desalinizzatori mobili resi disponibili da altre zone: i volumi d'acqua dolce sarebbero insufficienti, soprattutto nella stagione turistica, e desalinizzare l'acqua dei pozzi renderebbe ancor più grave il cuneo salino aumentandone il residuo di sodio all'interno.
Una soluzione vagliata anche dallo stesso sindaco Demichelis che aveva contattato di persona aziende specializzate: "Mi è stato sconsigliato - chiosa Demichelis - Perché su un litorale come quello di Andora avrebbe un impatto ambientale molto forte a causa della produzione di alte quantità di residui con rischio di forte compromissione dell'ecosistema marino".