Sanità - 22 ottobre 2022, 07:00

Anche d'inverno il Microbiota regola la nostra salute

I consigli di Nutrigenomica di Simona Oberto

Anche d'inverno il Microbiota regola la nostra salute

Vi siete mai chiesti perché in inverno le persone si ammalano di più? Pensate che dipenda dal fatto che le basse temperature favoriscano il proliferare degli agenti patogeni?

In realtà le cose non stanno proprio così. La verità è che nella stagione invernale cambiano le nostre abitudini alimentari e il nostro stile di vita. Innanzi tutto, si riducono notevolmente le ore di luce a cui ci esponiamo, con conseguente riduzione della vitamina D, una vitamina con una forte azione antinfiammatoria e immuno-modulante. Meno luce si riceve, meno serotonina si produce.

La serotonina è il neurotrasmettitore della sensazione di felicità, la sua carenza a livello cerebrale provoca depressione, patologia comunemente associata a un aumento dei biomarcatori proinfiammatori, quindi a una risposta abnorme del sistema immunitario. La nostra alimentazione diventa più pesante e diminuisce drasticamente l’introito di verdure crude, con la conseguenza che si riduce anche la quantità di enzimi digestivi, vitamine antiossidanti e minerali basici con un peggioramento della nostra funzionalità digestiva e di assorbimento. Il nostro organismo è sottoposto a continui sbalzi di temperature dovuti al passaggio da ambienti riscaldati in modo artificiale ad ambienti esterni molto freddi. Questi sbalzi sono vere e proprie “scosse” che usurano e indeboliscono le nostre difese immunitarie.

Dovete sapere che l’aria secca degli ambienti riscaldati inaridisce le mucose del naso, della trachea e dei bronchi, compromettendo la loro capacità di produrre il muco che riveste normalmente le nostre vie respiratorie. Il passaggio da ambienti riscaldati al freddo esterno inoltre può far diminuire ulteriormente la capacità di difesa delle mucose: agenti patogeni come batteri e virus, cui normalmente verrebbe impedito l’accesso, riescono così a penetrare in profondità nelle vie respiratorie, creando non pochi danni. Ma anche la convivenza in ambienti chiusi senza un ricambio di aria fresca favorisce lo scambio di agenti patogeni. Mettiamoci poi l’inquinamento atmosferico che normalmente in autunno aumenta, dovuto anche al fatto che tutti rientrano nelle città e nei posti di lavoro, e il gioco è fatto! Più lavoro, meno tempo per sé stessi, più preoccupazioni e fastidi e inevitabilmente aumenta anche il livello di stress che provoca un abbassamento delle difese immunitarie.

Ecco che, in poche settimane dalla fine dell’estate, ci ritroviamo con un terreno molto fertile per le migliaia di microbi patogeni con cui ogni giorno veniamo in contatto. Allora cosa possiamo fare per evitare di ammalarci? Come sempre, la conoscenza ci darà una mano. Innanzi tutto, dovete capire che non tutti i microbi sono pericolosi e patogeni. Quando siamo in condizioni di eubiosi intestinale, essi vivono, in equilibrio, dentro di noi costituendo una complessa società che comprende famiglie “buone”, “neutre” e “cattive”, ognuna con il suo compito ben specifico. Il nostro Microbiota ha mille funzioni, tra le quali anche quella di collaborare con il sistema immunitario.

Tra i microbi benefici e i globuli bianchi esiste una stretta correlazione. Parliamo di una sorta di immuno-modulazione che il Microbiota svolge ogni giorno all’interno del nostro organismo. Infatti, è proprio il Microbiota che regola l'attività immunomodulante, sintetizzando metaboliti che andranno a generare una risposta anti-infiammatoria o pro-infiammatoria. L’efficacia di questa azione dipende molto dal buon equilibrio e funzionamento del Microbiota stesso, la cui eubiosi dipende anche dalla qualità dei nutrienti che noi introduciamo con il cibo. Questa numerosissima popolazione di microorganismi, che vive nelle nostre mucose intestinali, influenza non poco il nostro stato di salute. Lo sapete: gli agenti infettivi sono ovunque.

Il fatto di soccombere o meno al loro attacco dipende non solo dal grado di esposizione, ma anche dall'equilibrio batterico del nostro organismo e da quanto è in grado di collaborare con il sistema immunitario. I batteri buoni che colonizzano il nostro intestino si cibano dei buoni nutrienti che noi gli forniamo attraverso l'alimentazione. Se ben nutriti, sono in grado di bloccare i recettori ai quali i patogeni si legano per scatenare l’infezione.

Ne bloccano l’entrata nel circolo ematico. Inoltre, producono sostanze come l'acido lattico e il perossido di idrogeno, capaci di inibire la proliferazione di batteri nocivi. Oltre a tenere sotto controllo i microrganismi dannosi come l'Escherichia coli e gli enterobatteri, contrastano agenti patogeni come gli stafilococchi, responsabili di molti mal di gola, la salmonella e campilobatteri, responsabili di molte intossicazioni alimentari. I ceppi di batteri benefici migliorano la funzione immunitaria, riuscendo a contrastare infezioni provocate da virus, parassiti e lieviti come la Candida Albicans.

Ecco perché è importante salvaguardare il buon equilibrio della microflora intestinale, attraverso una sana alimentazione e, se necessario, con una adeguata integrazione di probiotici. Questi microrganismi sono presenti nel cibo fermentato: yogurt freschi, crauti, verdure fermentate, ricotta di capra o di pecora, kefir, the kombucha, miso, tempeh. Ottimo “cibo intestinale” sono i beta-glucani, ossia dei polisaccaridi che si trovano  nella crusca dei cereali, soprattutto orzo e  avena. Sono abbondanti anche nei funghi e nelle alghe. Questi nutrienti sono capaci di modulare il sistema immunitario, stimolando l'attività dei fagociti (una sottoclasse dei globuli bianchi che ha il compito di intrappolare e distruggere sostanze estranee come virus, parassiti e batteri). In qualità di fibre solubili, i beta-glucani contribuiscono anche al mantenimento della salute gastrointestinale, aumentando la massa fecale e modificando il transito intestinale. Quest’ultima azione è importantissima visto che le mucose intestinali sono la “casa” del nostro sistema immunitario.

Anche le vitamine sono ottime alleate dei globuli bianchi. La carenza di vitamine del gruppo B può deprimere l'immunità, lo stesso avviene in caso di deficit di ferro, zinco, magnesio e selenio. Tenete conto che la maggior parte dei microrganismi invasori produce pericolose sostanze ossidanti: i radicali liberi che attaccano le cellule immunitarie. Ecco perché diventa fondamentale assumere vitamine antiossidanti A, D, E, ma anche lo zinco e il selenio che disarmano i radicali liberi e indeboliscono gli invasori.

La vitamina A inoltre aiuta a mantenere l'integrità del tratto digerente, dei polmoni e di tutte le membrane cellulari, impedendo agli agenti estranei di penetrare nell'organismo e ai virus di penetrare nelle cellule. La vitamina E migliora la funzione dei linfociti B e T. Le sue proprietà di potenziamento del sistema immunitario aumentano, se viene somministrata insieme con il selenio. Lo zinco è importante per la produzione di cellule immunitarie e la sua integrazione può essere benefica sia in caso di infezioni virali che batteriche. Uno dei più migliori antiossidanti è la vitamina C che potenzia le difese immunitarie, svolgendo un'azione antivirale e antibatterica in grado di distruggere le tossine prodotte dai batteri.

Favorisce la maturazione delle cellule immunitarie e migliora le prestazioni degli anticorpi e dei macrofagi. Inoltre, è un antistaminico naturale capace di placare gli stati infiammatori. Stimola una parte del sistema immunitario a produrre interferone, una sostanza che potenzia, a sua volta, le difese. Un'adeguata quantità di vitamina C è in grado di controllare i livelli eccessivi di cortisolo, l'ormone dello stress, dotato di un forte potere immunodepressivo. Ricordatevi che un'alimentazione ricca di grassi idrogenati saturi deprime il sistema immunitario e ostruisce i vasi linfatici; pertanto, durante una infezione, la dieta ideale sarà priva di grassi pro-infiammatori con un contenuto proteico ben bilanciato. Ottimi invece gli acidi grassi essenziali ottenuti da fonti come il pesce azzurro, i semi e frutta secca.

Durante le infezioni virali che aumentano la produzione di muco è opportuno evitare la carne, i latticini, le uova e tutti i cibi nei confronti dei quali vi è un'allergia sospetta. Occorre abbondare invece di verdure crude come le carote, i cipollotti e i finocchi; ottime le barbabietole e le crucifere, ma anche i germogli e i legumi secchi biologici.

Gli alimenti vanno consumati il più possibile crudi, evitando la frittura che produce altri radicali liberi. Allora, anche in inverno, libero spazio a colazioni ricche di vitamine antiossidanti, enzimi digestivi e molecole antinfiammatorie: una spremuta di arance e limoni, accompagnata da una macedonia con frutti di bosco e bacche di Goji, con una porzione di carote crude e avocado con cubetti di tofu marinato da agricoltura biologica…e la giornata parte alla grande!

Redazione

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