L'energia solare è la base della vita sulla terra e rappresenta anche un importante deposito di elettricità rinnovabile che potrebbe svolgere un ruolo chiave nella transizione energetica. Il cambiamento climatico, la perdita di biodiversità e l'esaurimento delle risorse fossili rappresentano una priorità collettiva. Il modo in cui consumiamo e produciamo energia deve cambiare.
Il passaggio a un sistema più efficiente in termini di energia e gas serra è reso possibile grazie a misure congiunte relative alla riduzione dei consumi, all'aumento dell'efficienza energetica di processi tecnologici e favorendo l'uso di energie rinnovabili. Le energie rinnovabili, prodotte localmente, possono far parte di progetti territoriali, rispondendo a fabbisogni di consumo specifici di ciascun territorio. Una parte non trascurabile della domanda di elettricità dei territori può provenire dall'energia solare. Costituisce infatti un immenso e illimitato deposito nel tempo, un bene per i territori che se ne impadroniscono. Il problema è però rappresentato dall'ubicazione delle strutture preposte alla produzione di energie rinnovabili. Pertanto sfruttare aree industriali dismesse, ex cave, ferrovie abbandonate, ex discariche, vecchie aree inquinate e così via, potrebbe essere un vero e proprio strumento per il ripristino ambientale ed ecologico. Nel caso degli impianti solari fotovoltaici potrebbe consentire di trasformare queste aree in una fonte di produzione di energia e di dar loro una seconda vita.
Recupero delle ex aree industriali
L'Italia ad oggi si trova con un territorio che o per destinazioni d'uso di aree industriali o per utilizzi pregressi del suolo, ad esempio ex cave, piuttosto che siti sfruttati per attività industriali mai bonificati o altre strutture, ha una parte di suolo importante e significativa che fatica a trovare un'opportuna destinazione. Oggi invece che andare a cercare terreni vergini dedicati all'uso agricolo o altro, sta sempre più prendendo piede l'opportunità di andare ad utilizzare questi terreni per la produzione di energie rinnovabili, per il solare in particolare. Per cui sempre più operatori professionali del settore come Flyren sono interessati a prendere questi siti già bonificati per andarli a riutilizzare come siti di sviluppo di nuove fonti rinnovabili e con beneficio per la bolletta elettrica e non solo. Ma non è tutto! Andare ad utilizzare anche tutti quei suoli individuati dalla pubblica amministrazione come aree di futuro sviluppo industriale per la realizzazione di capannoni o impianti industriali di vario genere, in attesa che maturino nei prossimi vent'anni le condizioni per l'utilizzo per cui erano state previste, con la realizzazione di impianti solari, sicuramente meno impattanti di nuove costruzioni e soprattutto più utili per quello che è la necessità energetica del paese e l'energia per famiglie, potrebbe rappresentare una valida soluzione.
Recupero delle cave estrattive
Anche le ex cave possono essere destinate alla produzione di energie rinnovabili. Infatti, l'installazione di un impianto solare fotovoltaico, oltre a concorrere al recupero dell'area per lo più degradata, può sicuramente concorrere al rilancio dell'area stessa, grazie alla riduzione di costi di gestione e di manutenzione, costituendo un'ulteriore prospettiva di sviluppo economico grazie all'energia rinnovabile prodotta. Infatti, se viene destinata ad un impianto fotovoltaico l'area può avere un reddito che può andare oltre i 40 mila euro all'anno. Optare per questo genere di energia vi pone all’interno di uno circolo virtuoso che combina sfide ambientali ed economiche.
Minimo impatto ambientale
Gli impianti fotovoltaici a terra hanno un minimo impatto sul paesaggio, anche se beneficiano di una visibilità molto inferiore rispetto a un parco eolico per via di una struttura orizzontale, un colore tra il blu medio e grigio scuro e la mancanza di movimento. Come per le turbine eoliche, gli sforzi di integrazione visiva possono essere compiuti con largo anticipo rispetto allo sviluppo del progetto grazie in particolare agli strumenti di simulazione al computer e di "microposizionamento", che limitano notevolmente l'impatto percepito. Gli impianti fotovoltaici sono inoltre giustamente considerati meno invasivi rispetto ad un capannone industriale o una centrale eolica, infatti, sono completamente rimovibili e non hanno alcun impatto permanente sul territorio perché sono costituiti da dei pali conficcati nel terreno a varie profondità che sostengono dei filari di pannelli fotovoltaici.
Trasformare aree industriali dismesse, ex cave, ferrovie abbandonate, ex discariche, vecchie aree inquinate e molto altro ancora in un parco fotovoltaico è di sicuro uno dei migliori investimenti e tutela anche gli aspetti ambientali.
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