Politica - 28 luglio 2022, 07:35

Il comune di Finale pagherà per l'ordinanza sul Green Pass bocciata dal Tar. Ma in Consiglio sono scintille

L'ente dovrà versare 5mila euro per le spese processuali. Animi caldi nell'assise con la minoranza ancora divisa. Folco: "Maggioranza con responsabilità politiche e illiberale" Cileto legge i nomi dei ricorrenti e scoppia la polemica

Il comune di Finale pagherà per l'ordinanza sul Green Pass bocciata dal Tar. Ma in Consiglio sono scintille

Si è chiusa, forse, nel Consiglio comunale di ieri (27 luglio, ndr) la vicenda legata all'ordinanza firmata quasi un anno fa dal sindaco Ugo Frascherelli sull'estensione del possesso necessario del Green Pass per accedere alle sedi comunali sia per i dipendenti che per i visitatori, consiglieri comunali compresi.

Ieri l'ultimo passaggio della vicenda, culminata con la bocciatura dell'atto (revocato poi dallo stesso sindaco visto il Dl col quale veniva imposto ai lavoratori il certificato verde per accedere sul luogo di lavoro) con una "sospensiva inaudita altra parte" emessa dal Tar della Liguria a seguito di un ricorso presentato da un gruppo di cittadini. Il comune era stato quindi obbligato al pagamento delle spese processuali, da cui il riconoscimento dell'assise del debito fuori bilancio per la soccombenza virtuale nel processo.

Una sentenza che ha lasciato stupito il sindaco Frascherelli per la sua natura, di principio legislativo o logico ancorché economico: "In presenza di un provvedimento adottato da un sindaco in totale assenza di una disciplina che stabilisse come tutelare i lavoratori durante una pandemia, il Tribunale ha ritenuto prevalente, rispetto alla tutela della salute, il diritto del cittadino di accedere al comune". Fatto controtendenza "specialmente in un contesto attuale dove sono emanate continue leggi col fine di rendere 'virtuale' il rapporto con l'amministrazione", ha sottolineato il sindaco.

Una questione quindi non solo economica tradottasi in una diatriba politica nella quale la maggioranza ha, secondo il consigliere de "Le Persone al Centro" Paolo Folco, responsabilità "ben precise ed evidenti" dimostrando "un'illiberalità diffusa" in una scelta che avrebbe "creato un danno a una categoria di cittadini senza avere, peraltro, il minimo requisito scientifico spendibile" né rispettando la Costituzione.

"Come minoranza ci eravamo attivati ravvisando una violazione dei diritti palese, indicando anche come fosse in corso di approvazione il decreto del Governo Draghi, consigliando di attendere" ha ricordato quindi con un salto nel lato economico per un certo verso Folco, il quale aveva segnalato, in una lettera alla presidente del Consiglio Venerucci "la mancanza di libertà dell'agire politico di tutti i consiglieri comunali".

Un'accusa respinta dal primo cittadino citando il provvedimento governativo, non condivisa dalla collega di minoranza di "Per Finale", Tiziana Cileto, secondo cui l'ordinanza di allora ha fatto onore al sindaco per il periodo in cui è stata emessa, "un periodo in cui noi medici eravamo in crisi, avevamo pazienti che non potevano salutare i parenti i quali morivano da soli in ospedale e la libertà delle persone era davvero limitata" e dove il sindaco ha agito per tentare di attutire la situazione contagi. 

Ciò che però ha scaldato in parte gli animi, anche all'interno delle due componenti dell'assemblea cittadina, è stata la lettura da parte della stessa Cileto, il cui discorso è stato condiviso dall'assessore Bricchetto, dei nomi dei ricorrenti al Tar. Un momento definito "surreale" e "una caduta di stile" dal consigliere Folco che ha criticato la sensibilità della collega di minoranza trovando sulla stessa linea di pensiero il capogruppo di maggioranza Massimo Rescigno: "Non parliamo di 'appestati'. Le persone che hanno firmato sono persone stupende che non hanno condiviso una scelta: fare questi nomi non lo trovo necessario".

Mattia Pastorino

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