Attualità - 23 luglio 2022, 17:30

Il meteorologo Luca Mercalli: “La migrazione ambientale diventerà una normalità”

Secondo il popolare esperto di clima, “in futuro le città, in estate, diventeranno invivibili, a causa dell’aumento delle temperature. Genova? Mi viene da dire: occhio al livello del mare che s’innalza”

Il meteorologo Luca Mercalli: “La migrazione ambientale diventerà una normalità”

Il pianeta Terra è sempre più caldo, il suo surriscaldamento non si è affatto fermato e, sebbene le conseguenze catastrofiche dei cambiamenti climatici siano state mediaticamente offuscate dalle recenti crisi, ovvero la pandemia di Covid-19 e la guerra in Ucraina, ciò non significa affatto che il riscaldamento globale abbia smesso di colpire, al contrario. Ce ne stiamo accorgendo ampiamente in questi giorni torridi e, quel che ancora più conta, se ne stanno accorgendo le vegetazioni, i pesci, gli allevamenti, il tutto con conseguenze che rischiano di essere molto gravi e serie. 

I dati che provengono dall’Antartide, uno dei luoghi più colpiti in assoluto dalle temperature anomale insieme al Polo Nord, sono infatti estremamente preoccupanti. Nell’area orientale del continente ghiacciato la colonnina di mercurio sembra letteralmente impazzita: basti pensare che nel marzo 2022 le temperature risultano essere tra i 20 e i 30 gradi centigradi più elevate rispetto alla norma per questo periodo dell’anno. Le più elevate in assoluto si stanno registrando lungo le coste, con una serie di record negativi che sanno crollando uno dopo l’altro.

Non c’è da stupirsi che l’Antartide risulti sempre più verde per via delle esplosioni delle fioriture, agevolate dalle temperature più miti e dalla riduzione del ghiaccio, come evidenziato da una recente ricerca italiana. “Sono proprio i poli - osserva Luca Mercalli, il popolare meteorologo e autore di moltissimi libri - a fornire per primi le indicazioni sullo stato di salute della Terra. E lo stato di salute della Terra è drammatico: tutto ci sta a dire che il pianeta ha la febbre, tant’è vero che nelle mappe satellitari sono proprio i toni del rosso a dominare sempre di più. Oramai persino il negazionismo fa poca strada, di fronte a tutta questa evidenza. Porsi contro ai cambiamenti climatici è del tutto anacronistico, ma ancora troppo poco è stato fatto per affrontare realmente e concretamente la situazione”.

Secondo Mercalli, “l’obiettivo della Cop21 è già fallito. È illusorio pensare di fermare la crescita delle temperature di un grado e mezzo. Stiamo andando rapidamente verso l’innalzamento di due gradi, e questo è il massimo che ci possiamo permettere se vogliamo evitare eventi catastrofici. Infatti, anche i due gradi potrebbero essere superati”.

Tutto questo scenario, è il parere di Mercalli, “non significa che andiamo verso la fine del mondo, ma che avremo serissimi problemi sì. Specialmente chi vive sulla costa, perché i mari si innalzeranno sempre di più. Abbiamo dieci anni di tempo per provare a sistemare le cose. Trenta li abbiamo persi. È almeno dal 1979, infatti, che gran parte della comunità scientifica è compattata sul tema del riscaldamento globale”.

Tra dieci anni “si sarà esaurito il tempo per fare una terapia utile. Bisogna mettere un freno, tutti insieme, a quelle situazioni che creano i danni. Ad esempio? Limitare la deforestazione, limitare l’utilizzo di cemento nel suolo, fermare gli impianti a carbone, fermare i pozzi per gli idrocarburi. Il Ministero della Transizione Ecologica ha un bel nome, ma a volte ho l’impressione che si occupi soltanto del business del green. Invece serve una reale, seria e fattiva manutenzione del territorio. I fondi del Piano Nazionale di Ripresa e di Resilienza dovrebbero essere destinati a questi scopi, oltre che alla formazione e alla comunicazione, perché dei temi ambientali si parla ancora troppo poco e le coscienze non sono sufficientemente formate”.

Sul tema della decarbonizzazione, in particolare, “ci stiamo muovendo troppo poco e troppo tardi. Prepariamoci a una serie di danni ambientali ai quali dovremo porre rimedio”. E per Genova, Luca Mercalli avverte: “Mi viene da dire: occhio al livello del mare che s’innalza”.

Climatologo italiano noto al grande pubblico soprattutto come divulgatore, da oltre trentacinque anni Luca Mercalli analizza dati meteorologici presiedendo la Società Meteorologica Italiana, si occupa del monitoraggio dei ghiacciai ed è esperto di storia climatica delle Alpi.

Non solo teoria, ma anche - e soprattutto - pratica: il climatologo, infatti, ha ristrutturato un rifugio del 1750 in Alta Val di Susa, nella frazione di Vazon (comune di Oulx), rendendolo altamente sostenibile ed efficiente dal punto di vista energetico e riuscendo ad ottenere, a lavori conclusi, la certificazione di ‘Casa clima’.

La storia è raccontata nel suo ultimo libro ‘Salire in montagna. Prendere quota per fuggire al riscaldamento globale’: un diario nel quale Mercalli scrive di tutta l’esperienza di acquisto, ristrutturazione e vita nella sua nuova casa a 1650 metri. Si tratta di un esempio di rivalutazione di una baita montana che rappresenta un fenomeno di migrazione programmata di cui sentiremo sempre più parlare in futuro, quando le città d’estate diventeranno invivibili a causa dell’aumento delle temperature.

“La migrazione programmata è importante - conclude Mercalli - perché sia le persone, sia le comunità montane si devono predisporre per tempo, evitando di farsi trovare impreparati quando questo fenomeno migratorio diventerà emergenziale”. Adattamento climatico: se ne sentirà parlare sempre più spesso.

Alberto Bruzzone

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