Attualità - 15 luglio 2022, 17:11

Scuole, preoccupa la ripresa a settembre. Il pediatra Ferrando: “Si parla ancora di classi pollaio, il virus non ha insegnato nulla”

Secondo il medico genovese, presidente dell’Associazione pediatri extraospedalieri, “non basta dire di aprire la finestra, si sarebbe dovuto ripensare tutto il sistema della didattica. Era una bella occasione, ma non è stata sfruttata”

Scuole, preoccupa la ripresa a settembre. Il pediatra Ferrando: “Si parla ancora di classi pollaio, il virus non ha insegnato nulla”

“I centri estivi, nonostante l’aumento dei contagi, rimangono dei luoghi abbastanza sicuri, anche perché le attività si svolgono all’aria aperta. Come pediatri, invece, siamo molto preoccupati per la ripresa dell’anno scolastico”. A dirlo è Alberto Ferrando, tra i più noti e stimati pediatri genovesi, attualmente presidente dell’Associazione pediatri extraospedalieri. Quello che mette in ansia, in prospettiva autunnale, è il fatto che “non è stato fatto nulla per contrastare il problema delle classi pollaio, per assumere nuovi insegnanti. Da questo punto di vista, il virus non ha insegnato niente”.

Secondo Ferrando, “non basta dire di aprire la finestra, si sarebbe dovuto ripensare tutto il sistema della didattica. Era una bella occasione, ma non è stata sfruttata”.

È un tema portato avanti con convinzione da parecchie persone: “Le politiche scolastiche - rimarca Ferrando - vanno fatte in termini di qualità dell’insegnamento, non in termini di tabelle. Più bambini mettiamo nelle classi, più il virus continuerà a circolare”. Allo stato attuale, le varianti Omicron 4 e Omicron 5 “circolano moltissimo. Contagiano come il morbillo: ogni persona infetta trasmette il virus a quindici altre persone. Di solito i bambini e gli adolescenti non si ammalano gravemente, ma nei grossi numeri poi qualcuno che finisce all’ospedale c’è, come stiamo vedendo ultimamente”.

Come comportarsi quindi? “Abbiamo capito - prosegue Ferrando - che non combattiamo contro questo virus solamente con le vaccinazioni, perché ha una capacità di mutazione fortissima e anche un’altissima capacità di reinfezione. Il vaccino serve per ridurre i casi gravi, i ricoveri e i morti, ma non dobbiamo minimamente abbassare la guardia rispetto alle protezioni individuali”.

È quello, secondo Ferrando, che è mancato di più nelle ultime settimane: “Si è pensato che fosse tutto finito, c’è stata troppa libertà nei comportamenti. La mascherina al chiuso io consiglio sempre di metterla, e anche all’aperto, in luoghi particolarmente affollati come i mercati. Le vacanze? Come successo nell’estate del 2020 - ricorda il pediatra genovese - consiglio alle famiglie con i bambini di prediligere maggiormente le mete vicine, quelle facilmente raggiungibili, evitando lunghi spostamenti, evitando di affollare stazioni e aeroporti e, in questo modo, tutelando maggiormente i piccoli ma, di conseguenza, anche i genitori e i nipoti. Non dobbiamo mai perdere l’attenzione verso le persone più fragili”.

Nelle sue visite quotidiane, Ferrando continua a riscontrare problemi psicologici: “I bambini manifestano disagi e problemi relazionali, negli adolescenti aumentano gli episodi di autolesionismo e le tendenze suicidarie, oltre che la dipendenza da Internet. Sono tutte conseguenze che si fanno risalire ai periodi di chiusura. Per questo come pediatri siamo perplessi sulla mancanza di una visione dal punto di vista scolastico: perché se a settembre torneranno la dad e le quarantene, allora ci saranno danni in maniera devastante”.

Di ripartenza a settembre ha parlato nei giorni scorsi anche il sottosegretario all’Istruzione, Rossano Sasso: “L’obiettivo è avere un sistema sufficientemente flessibile per adattarsi all’andamento dei contagi, ma si punta con decisione ad avere una didattica in presenza dal primo all’ultimo giorno. In questi mesi abbiamo messo a disposizione tanti fondi per aiutare le scuole in tema di prevenzione, ad esempio per dotarsi di impianti di aerazione e ventilazione: in alcune realtà si è lavorato bene, anche grazie al fondamentale supporto delle amministrazioni locali. Bisogna sfruttare la pausa estiva per adeguare le strutture alle nuove esigenze di sicurezza emerse con la pandemia. Di soldi ne abbiamo messi a disposizione tanti, vanno usati bene”.

E poi sull’obbligo o meno delle mascherine, dopo la deroga concessa per gli esami di Stato, il sottosegretario aggiunge: “Le indicazioni, come sempre in questi due anni e mezzo, dovranno arrivare dalle autorità sanitarie. La scuola ha pagato un tributo notevole in tema di restrizioni e sinceramente mi auguro che a settembre le mascherine non siano necessarie. Anche perché vorrebbe dire che l’andamento dei contagi è rimasto sotto controllo”. Quanto al personale, “l’organico Covid era legato a uno stato d’emergenza che successivamente è decaduto, ma nelle scuole c’è una carenza di organico ormai cronica. Confermare il personale Ata, ad esempio, alleggerirebbe il carico di lavoro su dirigenti scolastici e amministrativi che via via si è fatto sempre più insostenibile. Ma c’è anche una questione legata agli insegnanti di sostegno, che troppo spesso viene colpevolmente trascurata. Bisogna continuare a battersi per la stabilizzazione dei precari storici e continueremo a farlo”.

Alberto Bruzzone

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