"Mi sento come una macchina d'epoca, la carrozzeria e il motore sono buoni, ma bisogna cambiarla perché sono un Euro 6".
Scherza così il dottor Angelo Tersidio che da ieri si sta godendo una meritata pensione dopo anni di lavoro e dedizione come medico di medicina generale.
Il 68enne medico, segretario provinciale della Federazione Italiana di Medicina Generale, ha così deciso di congedarsi dai suoi pazienti, dopo anni costellati dalla burocrazia.
"In questi 40 anni di lavoro e cambiato tantissimo, la medicina di una volta infatti aveva meno risorse tecnologiche, erano gli albori dell'informatica e io sono stato tra i primissimi ad usare un computer, oggi senza è poco probabile riuscire a fare il medico, ci si deve affidare alla diagnostica strumentale di laboratorio - dice Tersidio che prima di lavorare per anni a Savona aveva iniziato come internista al Santa Corona e poi a Leca d'Albenga - i pazienti inoltre sono totalmente differenti, una volta il medico quando aveva fatto il suo dovere vuol dire che aveva tentato di fare il possibile, oggi invece non è più così, è cambiato tutto".
La pandemia poi ha peggiorato il mestiere del medico di famiglia, alle prese con le segnalazioni dei pazienti positivi al Coronavirus, le innumerevoli chiamate e la gestione ordinaria.
"Gli ultimi anni sono stati un disastro, il Covid infatti ha chiaramente limitato tantissimo il contatto con i pazienti tranne gli ultimi tempi ma anche la modalità di comunicazione, le ricette ripetitive vengono richieste tramite mail, whatsapp, contatto telefonico, è tutto cambiato - ha spiegato il medico ora a riposo - Sono stato tra i primi sperimentatori della ricetta rossa e avevo già fatto un passo avanti, poi è diventata dematerializzata. il paziente una volta doveva venire in studio per la ricetta cartacea".
"La burocrazia è diventata insostenibile, ed è stata quella che mi ha convinto a non proseguire nonostante la proroga di altri due anni per poter continuare, mi ha sfiancato anche se sono sempre stato motivato - puntualizza Angelo Tersidio - a fine giugno inoltre lascerò il sindacato perché per fare un'attività sindacale bisogna viverla. I giovani? Molti sono demotivati, un tirocinante mi ha già detto che non farà più il medico di base proprio per le condizioni che si sono venute a creare. Siamo stati subissati di circolari, con il Covid a naso ne avrò contato dal Ministero, Asl, Regione, 600, diventa difficile così, poi tutte si contraddicono tra di loro, ogni giorno cambiano".
I pazienti, affezionati al proprio medico, sono già "preoccupati" su chi lo sostituirà.
"Nel mio caso specifico, ho messo a disposizione una rosa di nomi ampia che prevede la maggior parte giovani che sono stati miei tirocinanti, sperando che abbiano posti disponibili, in un attimo ora si va al massimale - conclude Tersidio - Se sono felice della pensione? Ni, sì per la burocrazia, però c'è tristezza per le persone conosciute per oltre 40 anni, si è invecchiati insieme, si è diventati di famiglia. il medico di famiglia, entra anche negli ambienti familiari, nelle situazioni psicologiche".