Attualità - 17 marzo 2022, 13:24

La produttività savonese nella morsa tra guerra e caro energetico e carburanti. Berlangieri: "E' la crisi delle crisi: così si rischia la recessione" (VIDEO)

Il presidente degli industriali sottolinea le difficoltà legate all'industria energivora, dei trasporti e del turismo: "Negli anni crescita strutturale del territorio. Ma siamo preoccupati"

La produttività savonese nella morsa tra guerra e caro energetico e carburanti. Berlangieri: "E' la crisi delle crisi: così si rischia la recessione" (VIDEO)

L'emergenza economica legata non solo al conflitto tra Ucraina e Russia ma anche all'aumento dei costi dell'energia, nonostante alcune difficoltà oggettive già esistenti come il debito Covid e pre pandemia, "va affrontata, altrimenti si rischia il default".

L'allarme arriva dal presidente dell'Unione Industriali Savona, Angelo Berlangieri, quest'oggi a Genova per la firma dell'accordo tra l'associazione datoriale provinciale e Carige, occasione per sviluppare un focus sull'economia savonese in questo anno "cominciato non bene: prima ancora che scoppiasse questa maledetta guerra, c'è stata una crisi legata ai costi e al reperimento delle materie prime e quella energetica, acuitasi con gli ultimi episodi recenti in Ucraina, facendo sì che si entrasse in una fase di calo del livello produttivo".

Difficoltà a cui è stato sottoposto un tessuto economico in grado di dimostrare "secondo i dati di fine 2021, una grande capacità di resilienza", viaggiando di pari passo col resto del Paese "senza perdere posizioni e, anzi, avendo in pancia investimenti di natura strutturale" supportare una crescita "in termini di valore aggiunto e occupazionali, non soltanto di rimbalzo per conseguenza degli effetti post lockdown" grazie a una certa "propensione all'innovazione con investimenti negli anni precedenti, nonostante la crisi delle infrastrutture".

A preoccupare, vista la contingenza, sono quindi entrambi i pilastri dell'economia locale, industria e turismo, per cui il principale rischio è rappresentato da una diminuzione della marginalità nella produzione: "Siamo preoccupati per le imprese cosiddette energivore, come il polo vetraio, che così rischiano, nonostante abbiano ottime commesse, di dover sospendere obtorto collo la produzione - spiega Berlangieri -. Ma lo siamo anche per il settore dell'autotrasporto perché il costo del gasolio è diventato insostenibile". Oltre alle già citate carenze della rete viaria, "che rispetto al resto d'Italia aumentano ulteriormente i costi".

"Siamo preoccupati anche per quanto riguarda il fronte del turismo perché, al di là delle ripercussioni sul movimento internazionale per il terzo anno consecutivo sostanzialmente limitato ai paesi di prossimità come Francia, Paesi Bassi, Svizzera e Germania, il movimento di medio lungo raggio è spaventato" aggiunge Berlangieri, non tanto riferendosi alla presenza di ucraini e russi "che nel savonese è limitata, quanto per gli americani ad esempio": una sorta di confino alla prossimità "che consente di tornare ai livelli pre pandemia". 

Anche in questo caso però non solo i timori legati alle tensioni internazionali: c'è anche il "problema" degli italiani. "Questi hanno un'alta propensione a venire da noi - sottolinea il presidente provinciale di Unione Industriali - ma ora si sono fermati per il caro benzina e l'aumento dell'inflazione e quindi della capacità di spesa in beni di consumo, compresa l'accoglienza. Le bollette non aumentano solo per le imprese ma anche per le famiglie, e questo porta a una ripercussione immediata". 

La risoluzione del caro bollette e carburanti potrebbe significare quindi sbrogliare la matassa e allontanare un rischio recessione che rischia di essere più di uno spettro, "perché andando avanti di questo passo - afferma Berlangieri - si blocca la produzione industriale e l'inflazione torna ad accelerare". Un fatto corroborato dai dati sul Pil: "Abbiamo avuto un +6,5% l'anno scorso, era previsto del 4% durante quest'anno ma attualmente la previsione è a meno della metà".

Un primo giusto intento, secondo il presidente degli industriali savonesi, sarebbe quello di procedere verso un'autonomia energetica "intervenendo immediatamente sulla politica inadeguata del passato". Ma come? "Aumentare la produzione di gas naturale italiano bloccata negli anni precedenti, anche oltre il raddoppio previsto dall'ultimo decreto, un intervento non sostitutivo ma che in parte aiuta, rivedere la politica dei riclassificatori del Gnl, potenziare la Tap, eliminare tutte le accise anacronistiche che vanno a caricare il costo della benzina" oltre all'impiego dell'extra gettito Iva "che il Governo sta maturando con l'aumento dei costi industriali di produzione dei carburanti, solo nel mese di marzo, circa 200 milioni di euro: se tutto questo venisse ribaltato nel costo di vendita alla pompa di benzina e gasolio ne ridurrebbe in buona percentuale il costo attuale".

Mattia Pastorino

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