Attualità - 13 marzo 2022, 08:29

Attraverso l'arte contro la guerra. L'artista plasticienne finalese Faé Djéraba: "Tornare a sentirsi piccoli individui"

Già autrice di diverse esposizioni in tutto il mondo coi suoi lavori, l'artista prosegue il suo focalizzarsi sulla denuncia di condizioni umane di difficoltà ed è pronta a lanciare un'opera sul conflitto Ucraino

Attraverso l'arte contro la guerra. L'artista plasticienne finalese Faé Djéraba: "Tornare a sentirsi piccoli individui"

E' un'escalation sempre più violenta quella che si sta consumando in queste settimane in Ucraina sotto gli occhi di un mondo sempre più incredulo e scosso dagli inevitabili orrori figli di un conflitto che pensavamo, col progredire della società, ormai lontano dal nostro Occidente. Specialmente nel cuore dell'Europa.

Tragedie, come quella dell'ospedale pediatrico di Mariupol evacuato sotto le bombe, avvicinatesi al nostro mondo occidentale come uno spettro oscuro sul domani, che a pensarci bene non sono poi così insolite se alziamo lo sguardo e lo volgiamo verso sud o verso l'oriente. Basti pensare a quanto successo poco più di sei mesi orsono in Afghanistan.

E anche il mondo dell'arte è stato inevitabilmente colpito dall'attualità, ne è stato coinvolto emotivamente e quindi artisticamente. Come la finalese Faé A. Djéraba, artista plasticienne italo-franco-tunisina autrice della serie "New Read #NONABBANDONIAMOLE", il cui intento era quello, attraverso una particolare rivisitazione, o rielaborazione che dir si voglia, di alcune pagine dei principali quotidiani cartacei di tutto il mondo, di sensibilizzare sul "passo indietro nella condizione femminile in quel Paese, dove si sono lasciati agire i talebani come se nulla fosse. Un qualcosa su cui si dovrebbe molto riflettere" ci spiega Faé.

Un paradosso ben visibile sulla "Taleban Sauce", un moderno vaso di Pandora dove sono racchiusi tutti gli ingredienti (narcotraffico, schiavitù, sfruttamento sessuale, etc) di una guerra attuale ma passata in secondo piano, dove a catturare l'occhio è, ben visibile, un dollaro. "Tranquilli però - spiega l'artista - l'importante è che sia gluten free", come si legge sull'etichetta.

Tenere l'attenzione alta sulla condizione umana e sui suoi paradossi, alcuni figli "di una globalizzazione che ormai, mi pare chiaro, ha fallito" afferma Faé che nei prossimi giorni dopo aver esposto a Parigi sarà intervistata dagli studenti di due licei torinesi proprio per portare questi messaggi, è quindi indispensabile. 

Pure l'arte deve quindi fare la sua parte, e la mente dell'artista plasticienne finalese è già pronta a spronare le anime alla sua maniera: "Sono rimasta sconvolta dalle immagini che arrivano da quelle città straziate dalle bombe, da coloro che scappano lasciando i propri parenti a combattere e anche dai soldati mandati al fronte, alcuni dei bambini. Un'empatia trasmessami anche dall'amica giornalista Claudia Sugliano, profonda conoscitrice della Russia e autrice anche di un'opera di saggistica, intitolata proprio 'La mia Russia', nella quale racconta i suoi anni da corrispondente all'estero".

Quale sentimento deve quindi prevalere per uscire da questo tunnel in cui siamo indirizzati a tutta velocità? "Ormai prevale la logica del sentirsi grandi, invincibili e quindi nascono conflitti come quello scatenato in Ucraina dalla Russia - conclude Faé - Invece dobbiamo tornare a sentirci piccoli rispettandoci a vicenda nonostante le differenze politiche o di religione".

Mattia Pastorino

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