Attualità - 30 novembre 2021, 07:30

Dalle radici alle fronde, il tessuto sociale del distretto finalese "ai raggi X" per il welfare del domani (FOTO e VIDEO)

Presentato lo studio affidato al criminologo Padovano e al dottor Lagorio per redigere la nuova "Carta dei Servizi" e programmare l'intervento dei comuni sul campo

Dalle radici alle fronde, il tessuto sociale del distretto finalese "ai raggi X" per il welfare del domani (FOTO e VIDEO)

Analizzare l'esistente per comprenderlo e programmare al meglio il domani. Su questi binari è nata la ricerca sociale commissionata dal Distretto sociale numero 5 del Finalese al noto criminologo Stefano Padovano e all'operatore sociale Marino Lagorio, presentata nel pomeriggio di ieri (29 novembre, ndr) al teatro Gassman di Borgio Verezzi nel convegno dal titolo "Coltivare il futuro".

La ricerca ha preso in esame i sedici comuni liguri del distretto, divisi in tre ambiti, da Noli a Borghetto Santo Spirito, entroterra compreso: un'area in cui si integra l'offerta di prestazioni fornita dai servizi sociali e da quelli sanitari, per una platea di beneficiari "più ampia di quanto immaginavamo rispetto ad anni fa, con nuovi problemi postisi alla nostra attenzione", come ha spiegato la dottoressa Adriana Brusa, direttrice del Distretto sanitario Finalese.

Un quadro mutato rapidamente a causa della pandemia, la quale ha creato scenari socio economici e sanitari inattesi, rendendo necessario abbracciare un maggior numero di cittadini "andando a scovare tra le maglie della rete sociale del territorio inedite necessità, fruitori non convenzionali di servizi e modelli di lavoro centrati sulla società civile tutta", ha spiegato la presidente del distretto, l'assessore finalese Clara Bricchetto.

Il tutto "modificando l'approccio mentale nei servizi sfruttando la progettazione - ha continuato Bricchetto - attraverso cui andiamo ad attuare un sistema più ampio che può essere di grande aiuto con due punti di forza: il primo è il lavoro in sincronia col terzo settore, la mano che ha messo in evidenza soprattutto in questo periodo le peculiarità del territorio; l'altro dev'essere la continuità e la coesione del lavoro tra sociale e sanitario, perché se lavoriamo sulle persone a 360 gradi potremo fare un lavoro migliore".

La metafora ideale scelta per rappresentare lo studio e la sua applicazione è quindi quella dell'albero, come spiega il dottor Lagorio: "Questo lavoro di una decina di persone risente della professionalità e del fattore umano, in senso lato. Partendo dalla radici, cioè le norme, le leggi e i finanziamenti esterni, passando al tronco che sono le figure dirigenziali imputate a prendere decisioni a livello politico e tecnico, per arrivare infine alle fronde dove le foglie sono tutti gli utenti beneficiari e i rametti che declinano dal tronco a nutrire l'intervento, ossia i 17 assistenti sociali operanti sul territorio".

Sulla presenza di questi ultimi sul territorio si è concentrata la richiesta delle amministrazioni coinvolte, riassunta nel concetto di "zero turn over": "Negli ultimi anni quella dell'assistente sociale è diventata una figura centrale - ha ricordato la dottoressa Stefania Ponteprimo, direttore del Distretto - C'è un continuo richiamo a essa e ci sono molte risorse in campo, penso anche all'ultima legge di Bilancio che ha stanziato fondi per stabilizzare le figure professionali facendo sempre meno ricorso alle cooperative. A volte purtroppo i fondi si scontrano con una serie di criticità di tipo amministrativo e si fa fatica, però in alcuni casi ci siamo riusciti".

Sono stati dati quindi 21 spunti di riflessione, uno per ogni lettera dell'alfabeto, a rappresentare "una spinta a conoscere e ad uscire dalla parzialità di un punto di vista di un contesto", ha affermato il dottor Lagorio, citando su l'esempio di collaborazione tra i comandi delle Polizie locali di Finale e Loano portato sul palco dai comandanti Minuto e Soro, i quali hanno spiegato non solo l'importanza di collaborare e scambiarsi informazioni ma anche quale nuova prospettiva in questi tempi deve dare anche chi tutela la sicurezza dei cittadini, anche stravolgendo la classica funzione della forza dell'ordine. 

Cambio di prospettiva spinto anche, come del resto è stata la ricerca stessa, dalla crisi pandemica da Covid 19, aggiuntasi a una piaga che da anni affligge il territorio ligure e il savonese in particolare: quella dello spopolamento, che negli ultimi dodici anni ha visto un calo di circa 10 mila abitanti sul territorio in analisi.

"Con l'emergenza pandemica c'è stata una grande difficoltà legata al lavoro, con la scomparsa di quelle stagionalità che permettevano ai soggetti economicamente più in difficoltà di traguardare un miglioramento delle proprie condizioni economiche, come anche per le persone psicologicamente più fragili, giovani compresi - ha detto il dottor Lagorio - Fortunatamente le istituzioni, anche le scuole stesse, stanno muovendosi in tal senso ma l'incertezza crea preoccupazione".

Sfruttando la ricerca e cercando di dare uno strumento il più chiaro e semplice possibile contenente il panorama delle offerte e dei progetti territoriali, è nata la nuova carta dei servizi del distretto, disponibile non solo in formato cartaceo ma anche digitale, e quindi più facilmente aggiornabile: "Come amministratori il nostro compito è stato investire risorse in termini di denaro e tempo per poter pensare a nuove politiche sociali integrate e volte all'inclusione nel senso più ampio del termine, non solo per i soggetti in situazioni di maggiore fragilità ma anche fasce di popolazione con nuove domande" ha spiegato l'assessore Bricchetto.

Da qui una nuova visione di welfare che, secondo la dottoressa Ponteprimo, "vede la società attrice nella costruzione e promozione dei diritti, non destinataria passiva di interventi calati dall'alto, e promuove la relazione tra persone, la crescita del capitale sociale, la fiducia e l'inclusione", senza dimenticare l'apporto del Terzo Settore, la cui presenza sul territorio "rappresenta un valore aggiunto di notevole spessore e qualità".

Mattia Pastorino

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