Nel settore dell’autotrasporto il nostro Paese sta vivendo una drammatica carenza di autisti come mai prima d’ora: i rappresentanti delle imprese del settore, attraverso soluzioni precarie, scoraggiano le nuove generazioni ad intraprendere la professione di autisti.
È giunta l’ora di ridare dignità e decoro agli autisti dell’autotrasporto, rimettendo al centro la retribuzione contributiva prevista dal Contratto Nazionale di Lavoro che, senza un controllo forte, efficace e capillare sul territorio non può trovare la sua applicazione.
“La retribuzione netta attuale di un autista è paragonabile a quella di venti anni fa, nessuno pone l’accento sulle difficoltà degli autisti a trovare docce e servizi gratuiti per l’igiene personale. Un lavoro che sta mettendo in discussione la dignità dei lavoratori considerati quasi bestie dal sistema”.
La Uiltrasporti non ha soluzione a tutti i mali dell’autotrasporto, ma ritiene che alzare le ore retribuite effettivamente svolte, non solo con le trasferte, ma con la facile rilevazione tramite il cronotachigrafo, possa riavvicinare i giovani a un decoroso lavoro con equa retribuzione.
“Le associazioni e le imprese devono mettersi in condizioni di rendere appetibile questa professione, impegnando magari la Commissione Bilaterale sul Contratto Nazionale a rendere obbligatorio un numero minimo di ore di straordinario, tenendo in considerazione che questi lavoratori toccano picchi di 61 ore settimanali, con una media semestrale di 58”, conclude Odone.