Un evento eccezionale accaduto la settimana scorsa ha ispirato questo articolo della rubrica #ILBELLOCISALVERÀ: la nascita di esemplari di tartarughe Caretta Caretta a Finale Ligure, sulle sabbie delle spiagge di Capo San Donato.
Mi sono già occupata altre volte di tartarughe, in particolare delle Emys Orbicularis Ingaune, testuggini palustri liguri, ma mai avrei pensato di poter scrivere delle Caretta Caretta sul nostro territorio.
E invece sì, perché la settimana scorsa due piccole tartarughine della specie più comune nel Mediterraneo, ma fortemente minacciata e al limite dell’estinzione in Italia, sono nate proprio a Finale Ligure, dove nessuno avrebbe mai pensato che un giorno potessero vedere la luce.
Amo le tartarughe, perché sono animali che rappresentano la saggezza, la tenacia, la longevità, la resilienza, la forza. E ce ne vuole tanta per loro quando, dopo aver schiuso l’uovo, dalla sabbia devono raggiungere l’acqua. Basti pensare che solo una piccola parte delle neonate riesce a sopravvivere e toccare il mare e di queste, una minima percentuale riesce a sopravvivere fino all’età adulta. Chi tra loro è fortunata, si allontana per parecchio tempo, verso aree dove le correnti concentrano quantità cospicue di nutrienti.
Come tutte le tartarughe marine, le Caretta Caretta sono rettili e il loro sangue freddo le porta a prediligere le acque temperate. Normalmente la nostra zona, che rimane decisamente a Nord rispetto al loro normale percorso di nidificazione, non risulta ideale per deporre le uova. C’è da chiedersi perché è successo, ma forse tutti già sappiamo la risposta, purtroppo: probabilmente il cambiamento climatico rende ora appetibili spiagge una volta troppo fredde e che con il tempo si scaldando sempre più. Ma questa, purtroppo, non è una bella cosa.
In casi di normalità, da adulte tornano a deporre le uova esattamente dove sono nate. Come fanno? Hanno un'eccezionale capacità di ritrovare la spiaggia di origine, dopo migrazioni in cui percorrono anche migliaia di chilometri. Alcuni studi hanno dimostrato che le piccole appena nate sono capaci di immagazzinare le coordinate geomagnetiche del nido e altre caratteristiche ambientali che consentono un “riconoscimento” a vita della zona di origine. Ma a Finale e in Liguria non avevano mai nidificato.
Lo storico evento, che al di là della gioia che ogni nido, ogni nascita, ogni cucciolo porta con sé, ha una connotazione preoccupante per lo stato di salute della nostra povera Terra, ci porta a conoscere un po’ meglio questi meravigliosi animali dal carapace a forma di cuore, che si distingue dalle altre tartarughe marine per le dimensioni della testa, molto grande in proporzione al corpo, e forse a prendere ulteriormente coscienza dei cambiamenti climatici in atto e delle nostre responsabilità.
Dell’eccezionale caso, fin da subito, si stanno occupando i tecnici di Arpal e i colleghi toscani di Arpat, gli esperti di Istituito Zooprofilattico Sperimentale area Nord Ovest, Salto nel Blu, WWF, Cea Finale Natura, Museo di Storia Naturale di Pisa, Acquario di Livorno (membri di una rete di istituti che si occupa di questo tipo di rettili) e dell'associazione "Menkab, il respiro del mare", oltre a due esperte provenienti dalla Francia, con il coordinamento dell’Acquario di Genova.
Ed è infine arrivata la conferma da parte dei veterinari e ricercatori dell’Acquario di Genova: si tratta del primo caso di nidificazione di tartaruga marina Caretta Caretta in Liguria.
La struttura genovese, che ha uno specifico accordo con le Autorità per il recupero e il salvataggio delle tartarughe marine, ha subito inviato personale specializzato per osservare e analizzare il fenomeno. Gli esperti hanno così salvato una tartarughina con problemi di disidratazione e hanno potuto verificare che effettivamente, sulle spiagge di Capo San Donato a Finale Ligure, è avvenuta la deposizione di uova di Caretta Caretta.
Ora, per consentire la supervisione del sito, l’amministrazione comunale ha disposto la chiusura dell’area interessata a Finale dalle 22 alle 8, fino al 30 settembre.
Speriamo rimanga un caso straordinario, da ricordare come unico, e che le Caretta Caretta possano tornare a nascere più a Sud, dove è naturale che il clima sia per loro ideale, e che ora nessuno possa rovinare quel grande patrimonio che attualmente si nasconde sotto la sabbia di Finale.