Sono state 59 le domande di candidatura presentate, 53 sono stati ammessi, 1 con riserva e sei sono stati esclusi.
Il comune di Savona ha approvato l'elenco dei candidati ammessi ed esclusi (per carenza di uno o più requisiti previsti dal bando di concorso) per la copertura del posto a tempo indeterminato come direttore del teatro Chiabrera di Savona.
Il successore di Roberto Bosi, direttore dal 1983 quando sostituì lo storico Renzo Aiolfi, uscirà quindi da quei nominativi.
Nei mesi scorsi a tenere banco è stata la discussione tra le diverse associazioni savonesi, il sindaco Ilaria Caprioglio e l'assessore alla cultura Doriana Rodino in merito proprio alla figura del direttore che secondo proprio gli esponenti del mondo culturale doveva essere divisa in due parti, un soggetto che avrebbe dovuto gestire la parte amministrativa e l'altro la parte artistica.
Della stessa linea le minoranze che in consiglio comunale e nelle diverse commissioni consiliari avevano accesso un vero e proprio dibattito che aveva portato anche all'audizione del direttore uscente.
Bosi, confermando la presa di posizione della prima cittadina e dell'assessore, aveva snocciolato la sua teoria mettendo in campo diversi esempi legati ad altri teatri italiani come ad esempio Ferrara, Cremona e Bergamo che avevano puntato su un unico direttore.
Prima dell'audizione del direttore nella terza commissione consiliare del 9 dicembre 2020, l'assessore Rodino aveva esposto i risultati degli incontri con le associazioni che avevano già richiesto per il futuro un tavolo di discussione. Su 37 presenti a Savona, in 16 si erano espresse favorevolmente al percorso stabilito, 12 contrarie (all'interno ci sono anche le associazioni che avevano deciso con una lettera di non partecipare), 5 si erano rimesse alla volontà dell'amministrazione e 4 non si erano espresse.
Per alcune associazioni il doppio incarico avrebbe comportato una doppia spesa e le due figure sarebbero potute entrare in conflitto, per altre invece la divisione delle competenze avrebbe comportato la possibilità di avere più consulenti e di dare opportunità ai lavoratori del territorio.
Divisione su chi invece dovrebbe diventare il direttore, dalla scelta di una persona proveniente dal territorio o invece puntare su giovani fuori provincia. No all'esternalizzazione invece e sì al bando per dare un segnale di meritocrazia.
Spazio al bando quindi che come prossimo passaggio vedrà i candidati sottoporsi in presenza ad una prova scritta della durata massima di un'ora e una prova orale.