"Siamo in ginocchio, servono risposte ed aiuti concreti". Dopo la protesta di Genova, dove è stata persino bloccata la Sopraelevata, il mondo dei professionisti savonesi del "food and beverage" è sceso in piazza Saffi questo pomeriggio davanti alla Prefettura di Savona per contestare le continue chiusure delle attività, definite in base alla zonizzazione delle regioni.
Traffico bloccato, seppur in maniera pacifica, nel cuore pulsante della cittadina capoluogo dai manifestanti che, al suono assordante dei fischietti, hanno esposto in diversi cartelli le proprie richieste, il loro grido di allarme e di aiuto. E mentre una delegazione degli organizzatori è stata ricevuta dal prefetto Cananà, il resto della protesta si è spostato da via Boselli verso piazza Mameli proseguendo in via Paleocapa, invitando anche gli altri commercianti ad unirsi al corteo, arrivando fino ai piedi della Torretta e paralizzando il traffico fin sulla via Aurelia per tornare davanti alla Prefettura.
"Da un anno ormai sono stati disattesi i sostegni economici, le regole di contenimento del contagio, una giustificata programmazione delle chiusure e tutte le varie rassicurazioni date da amministrazioni nazionali e locali, lasciandoci così di fatto in totale abbandono ad affrontare le oggettive difficoltà di gestione delle nostre attività. Il settore della ristorazione, somministrazione e tutto l'indotto, ma non solo, è stato travolto dalla totale o parziale chiusura delle attività con ingenti danni economici" avevano spiegato gli organizzatori.
Si tratta della seconda manifestazione di protesta nel comune della Torretta in quanto lo scorso 29 aprile alcuni baristi, ristoratori, negozianti avevano simbolicamente consegnato le chiavi delle proprie attività al sindaco Ilaria Caprioglio in Piazza Sisto di fronte al municipio (leggi QUI).
Ora, a quasi un anno di distanza da allora e a 365 giorni esatti dalla scoperta del primo focolaio di Covid19 in provincia, quello di Alassio dell'hotel Bel Sit, gli esercenti chiedono indennizzi per i danni subiti e "di poter tornare a lavorare in sicurezza dopo tutti i protocolli che sono stati da noi adottati nell'ultimo anno".
Inadeguatezza e insufficienza dei ristori, costi del personale, pagamento di COSAP e TARI, Inail e Inps, tasse e tributi, costi di gestione delle attività, ritardi ed errori nel pagamento della Cassa integrazione dei dipendenti. Diversi i cartelli dei manifestanti che hanno ricordato l'urgenza con la quale andranno affrontati questi temi, proprio nel giorno in cui viene annunciata la proroga della misure già in atto, tra cui il coprifuoco alle 22 e lo stop in ogni "colorazione" della propria regione o provincia del servizio alle 18, gli operatori del mondo della ristorazione chiedono un "immediato intervento del Governo Nazionale e delle Amministrazioni Locali".