"Siamo a un cortocircuito: sulle misure di prevenzione dell'infezione dovrebbero esprimersi i medici e i tecnici, non i presidi delle scuole. Stiamo andando veramente indietro come i gamberi, senza neanche avere domandato".
Risponde così Matteo Bassetti, direttore della Clinica di Malattie Infettive dell'ospedale San Martino di Genova, interpellato dall'agenzia Dire in merito ad una circolare diffusa questa mattina dall'Associazione nazionale dei dirigenti pubblici della scuola (Anp) del Lazio, in cui si invitano gli studenti e i docenti ad indossare la doppia mascherina in aula, con l'obiettivo di "limitare ulteriormente i rischi e assicurare le lezioni in presenza nella massima sicurezza".
Bassetti ricorda quindi che "come gruppo di esperti abbiamo suggerito di indossare negli ambienti chiusi le mascherine Ffp2, questo però non riguarda i bambini ma prioritariamente le persone anziane e quelle fragili, che vanno protette maggiormente. Se vestita bene la mascherina chirurgica fondamentalmente ha il ruolo, più che filtrante, di evitare che io trasmetta ad altri. Ed è questo il ruolo che ha anche nelle scuole".
In qualche modo, prosegue Bassetti, è stato "già difficile far passare l'idea che si utilizzasse una sola mascherina a scuola, adesso se addirittura ci mettiamo a dire di utilizzarne due si rischia di confondere un po' le cose. Oltretutto, dei dati pubblicati di recente dicono che le scuole sono in assoluto il luogo dove sono avvenuti meno contagi. Il lavoro è stato pubblicato da Alberto Villani, presidente della Società Italiana di Pediatria, che è anche membro del CTS, che nello studio fa vedere come su oltre 4mila tamponi effettuati nelle scuole ci siano mi pare solo 10 o 12 positivi, in una percentuale risibile. Quindi la scuola di per sé, come abbiamo detto tante volte, può essere certamente un luogo in cui potenzialmente ci si può infettare, ma poi alla fine grazie alle mascherine la situazione mi pare sia rimasta abbastanza tranquilla. Anche questa cosa che è stata detta, cioè che la variante inglese colpisce di più i bambini, non è vera. Lo stesso Istituto Superiore di Sanità ha detto che non c'è un incremento di casi nei bambini".
Prima di dire passiamo alla doppia mascherina, insomma, secondo l'esperto "sarebbe meglio se si passasse attraverso dei tecnici, dei medici e attraverso un'opinione del Cts. Se deve essere una iniziativa dei presidi, finiamo per andare a fare del terrorismo, che non è certamente una buona cosa. Negli ultimi giorni si è alzato di nuovo il livello di attenzione, legato certamente alla circolazione delle varianti, che peraltro in questo momento riguardano alcune aree - sottolinea Bassetti - ma addirittura dire che da domani si deve mettere la doppia mascherina lo ritengo un po' eccessivo; anche perché, al momento, non ci sono studi scientifici che dicano che due mascherine a scuola sono meglio di una sola. A mio parere credo sia più importante che ci sia un'uniformità di utilizzo di mascherine adeguate, cioè che i più giovani la usino in maniera adeguata, più che dire mettiamo la doppia mascherina. Vedo ancora tantissimi bambini, perché porto mio figlio a scuola, che non coprono il naso, che indossano una mascherina non aderente o non adeguata di stoffa. Ecco, più che altro, cerchiamo di andare nella direzione di utilizzare bene la mascherina chirurgica".
Poi, piuttosto che la doppia mascherina, avrebbe "più senso" passare alla Ffp2. Spiega ancora Bassetti all'Agenzia Dire: "Con due mascherine chirurgiche non si risolve il problema e, se ci fosse l'idea di alzare l'attenzione, bisognerebbe pensare alle Ffp2. Ma qui va fatto un lavoro a livello nazionale, è chiaro che queste mascherine costano e bisogna fornirle. Parliamo di 8 milioni di studenti, quindi di 8 milioni di mascherine al giorno, non stiamo parlando di un numero piccolo. Per cui, prima di dire che la mascherina chirurgica da sola non serve a niente, io ci andrei un po' cauto, perché si mette sul tappeto un problema che non è facile da risolvere. Se poi all'interno di un'area dovesse venir fuori che c'è una iper circolazione nei bambini o in una determinata scuola, con un cluster, si potrà decidere di prendere delle misure molto settoriali, cioè che vanno bene per quella determinata area o provincia. Ma non possiamo dire tout court che da domani tutti si mettono la doppia mascherina. Cerchiamo sempre di prendere delle decisioni non di pancia ma di testa sulla base di quello che succede nelle varie realtà" conclude Bassetti.