"Nei diversi teatri italiani non esiste la figura del direttore artistico. Date per necessaria la figura delle due figure? Ma dove sta la necessità? il direttore è uno e basta".
E' stato perentorio il direttore uscente del teatro Chiabrera di Savona Roberto Bosi nella terza commissione consiliare di questo pomeriggio, nel quale dove, oltre alla sua audizione, è stata esposta dal sindaco Ilaria Caprioglio e dall'assessore alla cultura Doriana Rodino una relazione dopo le riunioni effettuate con le associazioni culturali savonesi.
Al centro il bando per il successore di Bosi, la durata del contratto e a seguito della mozione approvata all'unanimità in consiglio comunale anche la divisione del ruolo in due soggetti distinti: uno che gestisca la parte amministrativa e l'altro la parte artistica.
Tema questo che non ha trovato d'accordo l'attuale direttore prossimo alla pensione che ha snocciolato la sua teoria mettendo in campo diversi esempi legati ad altri teatri italiani come ad esempio Ferrara, Cremona e Bergamo che hanno puntato su un unico direttore.
"Vi consiglio di andare a vedere su i siti di altri teatri italiani e vedere la loro attività e leggere che tipo di gestione hanno e come e se hanno risolto il tema della doppia direzione. Ci sono diverse vie di sicuro ma la certezza è che ci sia un'unica gestione artistica e pluriennale. Nel 96 viene abolita la figura del direttore artistico e rimase quella del sovraintendente che può comunque avvalersi di una figura artistica" ha specificato Bosi, direttore dal 1983 quando sostituì lo storico Renzo Aiolfi.
"Siamo un teatro importante che ragiona con altri grandi teatri grazie ad una tradizione mantenuta per l'importanza della stagione teatrale, abbiamo avuto infatti negli anni ospiti internazionali - prosegue il direttore che reggerà fino all'inizio del 2021 - C'è da capire che futuro volete dare al teatro, abbiamo 59 concorrenti è possibile che nessuno possa garantirle quella salvezza di continuità?".
Prima dell'audizione di Bosi, l'assessore Rodino ha esposto i risultati degli incontri con le associazioni che hanno già richiesto per il futuro un tavolo di discussione proprio con il futuro direttore. Su 37 presenti a Savona, in 16 si sono espresse favorevolmente al percorso stabilito, 12 contrarie (all'interno ci sono anche le associazioni che avevano deciso con una lettera di non partecipare. Leggi QUI), 5 si sono rimesse alla volontà dell'amministrazione e 4 non si sono espresse.
Per alcune associazioni il doppio incarico comporterebbe una doppia spesa e le due figure potrebbero entrare in conflitto, per altre invece la divisione delle competenze comporterebbe la possibilità di avere più consulenti e di dare opportunità ai lavoratori del territorio. Divisione su chi invece dovrebbe diventare il direttore, dalla scelta di una persona proveniente dal territorio o invece puntare su giovani fuori provincia. No all'esternalizzazione invece e sì al bando per dare un segnale di meritocrazia.
"Non so se ci sono state incomprensioni tra l'amministrazione ed alcune associazioni culturali, ma forse il tono di porsi può irrigidire i rapporti. Che non ci sia lo sdoppiamento del ruolo non è vero, il punto è capire come dare uno slancio futuro al teatro. Si evince che fra dieci quindici anni avremo una crisi di partecipazione, lo si capisce dai dati, i giovani non lo frequentano" ha detto il capogruppo del M5S Manuel Meles.
"Bisogna chiedersi cosa serve a Savona oggi. Siamo certi che il dottor Bosi abbia fatto un percorso proficuo e nessuno lo mette in dubbio. Oggi siamo ad un crocevia importante nella possibilità di poter decidere politicamente delle politiche culturali dei prossimi anni. Non siamo qua a difendere l'una o l'altra associazione, ma quelle che hanno posto le criticità sono proprio presenti all'interno del teatro" ha proseguito la capogruppo del Pd Elisa Di Padova.
"Se si persegue un'altra strada bisogna ripresentarsi in consiglio illustrando il percorso" ha spiegato il capogruppo di Rete a Sinistra Marco Ravera, d'accordo anche i consiglieri Alessandro Delucis, Elda Olin e Fiorenzo Ghiso.