Attenzione a non scambiare un primo raggio di sole con lo scampato pericolo". Questo il monito con cui il ministro della Salute Roberto Speranza ha aperto pochi minuti fa l’intervento col quale ha illustrato al Senato le direttrici del Piano Vaccinazioni cui il Governo sta lavorando da settimane.
Una disanima partita dalle misure di contenimento da tenere nell’attesa che, a partire da gennaio, le prime dosi di vaccino – "non obbligatorio e gratuito per tutti" – siano disponibili nel nostro Paese.
"L’indice Rt è ormai sceso all’1,08 e sono fiducioso che possa scendere sotto l’1 – ha spiegato l’esponente del Governo Conte –, ma siamo ancora in presenza di una forte circolazione del virus, che è ancora causa di una forte pressione sui nostri ospedali. Per stabilizzare i risultati raggiunti finora servono altre settimane di sacrifici e una robusta cura di mantenimento".
"Non facciamoci illusioni. Se abbassiamo la guardia la terza ondata è dietro l’angolo. Ormai conosciamo il virus e i danni che può causare. Nei mesi scorsi è passato il messaggio che aveva perso forza, abbiamo abbassato la soglia di attenzione e si è determinato un clima da 'liberi tutti'. Ripetere questo errore sarebbe sbagliato e ingiustificabile".
L’obiettivo è quindi di arrivare un livello di contagi di 50 casi ogni 100mila abitanti. Per questo – ha proseguito Speranza – "le festività andranno affrontate con particolare attenzione. Senza consistenti limitazioni dei movimenti e un rigoroso rispetto delle regole sicurezza la convivenza col virus fino al vaccino è destinata al fallimento. Ecco perché col prossimo Dpcm dobbiamo continuare con misure chiare e rigorose".
Da qui scelte che andranno in due direzioni: da una parte confermare il sistema di classificazione per colore delle regioni, "che ha dato risultati soddisfacenti", mentre dall’altra, "per affrontare adeguatamente le festività, le limitazioni previste dovranno essere rafforzate anche in un quadro di coordinamento europeo, che diventa indispensabile per attività che si svolgono al confine. In questo contesto sarà indispensabile limitare il più possibile i contatti, vanno disincentivati gli spostamenti internazionali, limitati quelli tra le regioni e negli importanti giorni di festa del 25 dicembre, 26 dicembre e 1° gennaio limitare anche gli spostamenti tra i comuni".
"Si tratta di misure indispensabili se non vogliamo vanificare i risultati conseguiti finora. Non sarà un Natale come gli altri, ma serve il contributo di tutti. Dentro la tempesta che stiamo vivendo finalmente vediamo un approdo. Da gennaio – ha concluso – avremo i primi vaccini e la svolta che auspichiamo e cui lavoriamo da mesi. Ma ancora servono prudenza e cautela".