Attualità - 21 ottobre 2020, 13:30

Quando il software non riconosce una coppia dello stesso sesso... L'odissea a lieto fine di due mamme di Albenga

Grazie alla sinergia tra avvocati e Comune di Albenga trovato un "escamotage" già adottato a Loano

Quando il software non riconosce una coppia dello stesso sesso... L'odissea a lieto fine di due mamme di Albenga

“Genitore vero è colui che educa e dona affetto al figlio, non solo che lo procrea!” Questa frase ben riassume il lieto fine di una complessa storia d'amore, che si snoda tra i Comuni di Loano (preso ad esempio a livello burocratico) e Albenga (luogo della vicenda).

La storia è quella di una coppia formata da due donne, Ilaria Aicardi e Samantha Siri che, a un certo punto della loro vita, hanno deciso di coronare il loro rapporto e il desiderio di una famiglia con un figlio.

Da qui le procedure per la fecondazione, la gravidanza vissuta esattamente come una qualunque coppia, con estrema gioia e qualche ansia svanita immediatamente quando le due mamme hanno avuto tra le braccia la loro bambina.

Ecco però che la burocrazia, le procedure e l’informatica che governano il mondo d’oggi hanno generato una difficoltà: il programma informatico dello stato civile non è progettato per inserire due genitori dello stesso sesso all’atto di registrazione della nascita.

Insomma: il computer non riesce a vedere l’amore immenso che c’è in questa famiglia, ma parla per schemi informatici, dati e numeri in un sistema binario che non conosce i sentimenti.

Questo però certo non ha fermato le due mamme che volevano, giustamente, vedere riconosciuti i propri diritti (fosse anche solo per poter andare a prendere la piccola all’asilo dicendo “Io sono la mamma”). Pertanto le genitrici si sono rivolte a due avvocatesse, Cecilia Tabbò e Chiara Tonarelli, intraprendendo un procedimento di volontaria giurisdizione per chiedere la rettifica dell’atto di stato civile al fine di inserire anche il nome della donna che, pur non avendo partorito la bimba ne è a tutti gli effetti anche lei mamma.

Durante il percorso però si è continuato a cercare anche un’altra strada. Il dirigente del Comune di Albenga dottor Scardigno ha preso a cuore la vicenda di questa famiglia e, confrontandosi con le avvocatesse, ha contattato le principali associazioni per la tutela delle coppie omosessuali e i comuni (come Milano e Torino) dove situazioni come quella vissuta ad Albenga si erano già verificate.

Da qui la possibile soluzione: compilare il modulo di riconoscimento di un figlio, modulo utilizzato anche dai padri qualora non abbiano provveduto in tal senso durante l’atto di registrazione del bambino alla nascita.

Un piccolo escamotage con il quale si è riusciti a dare legittimità ad una famiglia che già esiste e che, nel frattempo, ha già avuto un altro figlio riconosciuto allo stesso modo però nel Comune di Loano.

Oggi tanta emozione alla firma ufficiale dell’atto di riconoscimento.

Redazione

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