Attualità - 25 aprile 2020, 14:40

I sindacati dei Pensionati: "Riattivato tavolo di confronto con Asl 2. E chiediamo una 'cabina di regia' per fronteggiare eventuali emergenze in autunno"

Claudio Gallo: "RSA e case di riposo sono strutture comunitarie, non sanitarie. I loro ospiti e il loro personale sono tra le categorie più esposte. Chiediamo numeri chiari sulla situazione attuale"

immagine di repertorio

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Come già annunciato su Savonanews (leggi articolo QUI) si è svolto giovedì in forma telematica un confronto in Prefettura a Savona fortemente incentrato sul tema delle strutture più “a rischio” Coronavirus, cioè quelle dedicate ai “nostri anziani”, come le RSA e le RP.

Abbiamo chiesto alcune considerazioni su questo incontro a Claudio Gallo, di Uil Pensionati, che ci spiega: “Sono stato incaricato di presenziare in rappresentanza delle federazioni di Pensionati di Cgil, Cisl e Uil e pertanto ho parlato in nome e per conto di tutte le nostre organizzazioni sindacali dal momento che, a seguito di confronti sul tema, siamo unanimi e compatti nel seguire una linea unica”.

Confronti naturalmente, lo ricordiamo, svoltisi a distanza e nel pieno rispetto delle normative vigenti, come sottolinea lo stesso Gallo: “Ho chiesto la chiusura totale della nostra sede dal 10 marzo, ormai un mese e mezzo fa, perché non è assolutamente nostra intenzione esporre a rischi né i nostri sindacalisti, né i fruitori dei nostri servizi”.

Venendo allo svolgimento della riunione in Prefettura, si evidenziano nelle parole di Gallo luci e ombre. Partiamo da una premessa importante, che lo stesso Gallo ci spiega: “Le federazioni di Pensionati di Cgil, Cisl e Uil sono l’unica realtà in provincia di Savona che dispone di un tavolo permanente di confronto con Asl 2. Tavolo che in questo periodo di quarantena era stato sospeso. Durante questo confronto siamo riusciti a ottenere di riattivarlo, pur nel pieno rispetto di tutte le normative di sicurezza ministeriali, questo per noi è un importante traguardo”.

Prosegue il sindacalista: “La mia valutazione al termine del confronto è che si stia facendo una fatica evidente a capire che una situazione come quella legata al Coronavirus riguarda in modo cruciale proprio le strutture come le RSA e le Case di riposo. Questo perché gli anziani, per una questione di difese immunitarie, sono la categoria più fragile e più colpita dal virus. Ma al tempo stesso gli operatori di queste strutture sono la più esposta. Per cui, da due punti di vista diversi, sono comunque due categorie che stanno vivendo un’emergenza analoga”.

Gallo ricorda ancora: “Le case di riposo sono strutture comunitarie, non sanitarie. Non si può pensare che questi spazi abbiano gli impianti e le caratteristiche di un reparto ospedaliero”.

Che cosa è mancato in questa emergenza? Lo chiediamo a Gallo, che ci risponde: “Prima di tutto la comunicazione. Spesso le famiglie degli stessi ospiti non riuscivano a comunicare con i loro parenti. Questo è gravissimo, va contro ogni legge e lo stesso Prefetto, informato di questo, ha detto che una situazione del genere non si deve mai più ripetere. E, più in generale, l’informazione. I numeri reali sono tuttora sconosciuti, noi stessi dei sindacati spesso abbiamo come unico riferimento ‘il giornalista di turno’ (detto non in tono dispregiativo, sia chiaro), che in nome del diritto di cronaca riporta dati ottenuti da fonti non ufficiali e non sempre attendibili. Alisa ha fatto un bellissimo intervento di oltre 20 minuti in questa riunione, ma pur sempre incentrato su informazioni generiche, ripetendo numeri che in fondo sapevamo già. Cioè che in provincia di Savona abbiamo 43 strutture di questo tipo per un totale di circa 20mila ospiti complessivi. Mancano i dati sulla situazione attuale. Ho apprezzato il fatto che, a fronte di una mia domanda specifica, il direttore di Asl 2 abbia replicato che lui vuole dare solo ‘numeri intelligenti’. Un termine che ha adoperato per far capire che vuole fornire dati concreti e non approssimativi. Su questo punto noi sindacati chiediamo che però questi ‘numeri intelligenti’ siano resi noti al più presto, perché sono informazioni importanti”.

Concludendo, chiediamo a Gallo, a nome delle tre sigle sindacali dei pensionati, che cosa chiedono per il futuro. Ci risponde: “Una cabina di regia che pianifichi un percorso chiaro in vista dell’autunno, una scadenza che agli anziani fa veramente paura. Perché non solo potrebbe riproporsi (identico o mutato, ancora non lo sappiamo), il Covid-19, ma potrebbe affiancarsi ad altri malanni tipici di stagione (le classiche patologie influenzali), colpendo duramente le fasce immunologicamente più fragili della popolazione. Chiediamo una informazione costante e corretta, meno ‘di forma’ e più ‘di sostanza’. E alla popolazione tutta, a prescindere che per il Coronavirus sia introdotto un vaccino o meno, chiediamo più senso civico. Il lock down non è finito eppure io stesso, che vivo in Val Bormida e sto limitando al massimo gli spostamenti, ho già visto una differenza tangibile tra una Pasqua fatta di piazze, strade e parcheggi deserti e questo weekend, già con troppa gente in movimento. Alla fine di questa emergenza ci si dovrà confrontare con una ‘nuova socialità’, cambiera tutto il modo di gestire e concepire i rapporti umani”.

Alberto Sgarlato

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