Sanità - 19 marzo 2020, 07:54

Chiusura del Punto di Primo Intervento dell’ospedale di Cairo, il Comitato Sanitario Locale Valbormida: "Scelta incomprensibile e inaccettabile"

"Non possiamo credere che siamo arrivati a tutto questo. E' irrispettoso nei confronti di un territorio con enormi problemi"

Chiusura del Punto di Primo Intervento dell’ospedale di Cairo, il Comitato Sanitario Locale Valbormida: "Scelta incomprensibile e inaccettabile"

In merito alla chiusura temporanea dei reparti di degenza e del Punto di Primo Intervento (PPI) dell’ospedale di Cairo Montenotte, il Comitato Sanitario Locale Valbormida attacca: "Quale commento si può fare leggendo una simile notizia, come noi, la popolazione della Val Bormida certamente sta pensando ad uno scherzo. Ad una burla o di far parte di un film alla ' Amici miei". Le altre province riaprono ospedali dismessi e noi...". 

"Non possiamo credere che siamo arrivati a tutto questo. E' irrispettoso nei confronti di un territorio con enormi problemi per l’elevata età media della popolazione e una viabilità per la maggiore parte dell’anno limitata se non impossibile. Inquinamenti con conseguenze ormai note a tutti ed ora ci dicono che tolgono anche quei pochi servizi essenziali rimasti sul territorio. Riteniamo che ciò non sia né accettabile né comprensibile". 

"Senza rivangare quanto fatto dalle precedenti amministrazioni che con la sanità si sono comportate come Attila che dove lui passava non cresceva più erba, ritorniamo agli ultimi tre anni da quando la Val Bormida con 18 mila firme, ha chiesto alla Regione di trasformare il nosocomio cairese in 'Ospedale di Area Disagiata'. Questo non è stato deliberato e nel proseguo del periodo, la Regione ci ha sempre detto di stare tranquilli che con la privatizzazione avremmo ricevuto molto di più di ciò che noi chiedevamo". 

"Con il passare del tempo fino al mese di febbraio, nonostante i vari ricorsi che hanno bloccato l'affidamento dell'ospedale ai privati, abbiamo letto vari articoli sui media che garantivano l’imminente riapertura del pronto soccorso. I fatti dimostrano l’esatto contrario". 

"Siamo coscienti degli eventi - prosegue - la pandemia che ci ha colpiti sta mietendo vittime, non solo tra la popolazione, ma sta decimando i reparti colpendo tutto il personale sanitario (che merita tutta la nostra stima de ammirazione), mettendo in grave pericolo la continuità di assistenza al territorio. Quindi occorre raggruppare tutte le forze utili per sopperire alle esigenze che si presentano giornalmente, ma restiamo certamente scettici nel pensare che chiudere il PPI di Cairo Montenotte e di conseguenza tutta la struttura sia la soluzione del problema". 

"Naturalmente non possiamo noi cambiare le decisioni ormai intraprese dall'amministrazione regionale. Questo è un compito che tocca in primis a tutti i 19 sindaci della Val Bormida. Intervenendo con i loro poteri al fine di riportare le condizioni per tutelare la salute dei loro concittadini che oltre al Covid 19, possono sempre essere colpiti da un trauma lieve. I pazienti in dialisi o di qualsiasi altra patologia, non potranno più essere assistiti in loco, ma saranno costretti a frequentare ospedali che sono di già nel caos e pieni di infetti". 

"Non ci resta che augurarci l’immediato ripristino della seconda ambulanza del 118 sospesa per cessata emergenza, sperando che questi tragici eventi portino ad un ripensamento sulle necessità di assistenza che ha la popolazione sperduta nel vasto e disagiato territorio della Val Bormida" conclude Comitato Sanitario valbormidese. 

Redazione

TI RICORDI COSA È SUCCESSO L’ANNO SCORSO AD AGOSTO?
Ascolta il podcast con le notizie da non dimenticare

Ascolta "Un anno di notizie da non dimenticare" su Spreaker.
SU